Riassunto analitico
L'integrità del sistema di difesa dell'ospite è basata sull'equilibrio tra attivazione immunitaria e immunosoppressione. I monociti, cellule del sistema immunitario di origine midollare, rappresentano circa il 10% della popolazione leucocitaria totale. In caso di infiammazione acuta, i monociti raggiungono il torrente circolatorio, extravasano e vengono reclutati nel tessuto infiammatorio dove svolgono importanti funzioni immunitarie per la difesa antimicrobica dell’ospite. In base all’espressione di specifici marcatori di superficie, CD14 e CD16, i monociti vengono suddivisi in tre sottogruppi: monociti classici, non classici ed intermedi. Queste sottopopolazioni entrano in gioco in fasi diverse dell’infiammazione e svolgono funzioni differenti, che vanno dall’attivazione della risposta immunitaria alla risoluzione della lesione. Tuttavia, un’eccessiva attivazione dei monociti può portare ad un’infiammazione cronica potenzialmente dannosa. Lo scopo di questo studio è quello di verificare le capacità immunomodulatorie ed antinfiammatorie delle cellule staminali della polpa dentale (hDPSCs) nei confronti dei monociti in caso di infezione virale, per determinare, in particolare, se l’azione esercitata dalle hDPSCs mediante il contatto diretto cellula-cellula e/o attraverso l’attività paracrina, sia in grado di contribuire alla modulazione dell’infiammazione mediata dai monociti. I monociti di donatori sani sono stati attivati con CL097, un’imidazo-chinolina che funge da agonista del Toll-Like Receptor 7/8, per mimare un’infezione virale nelle cellule. Le azioni, diretta e paracrina, delle hDPSCs sono state valutate in immunofluorescenza, real-time PCR, e Western blot. L’espressione di CD14 e CD16 nei monociti è stata determinata mediante analisi citofluorimetica e di immunofluorescenza, e la suddivisione in sottogruppi verificata in real-time PCR. Dopo co-coltura diretta e ancora di più, a seguito dell’azione paracrina delle hDPSCs per 48 ore, si è osservata una variazione dell’espressione di CD14 e di CD16. Le cellule staminali hanno avuto effetto anche nella riduzione dell’espressione di alcune tra le principali citochine pro-infiammatorie dei monociti quali TNFα, IL-1β e IFNγ. L’espressione della proteina ACE2 (Angiotensin-converting enyme 2) nei monociti, confermata sia in real-time che in Western blot, è ridotta e al contrario la proteina PD-L1, importante check point immunitario, è significativamente aumentata in seguito all’azione paracrina delle hDPSCs. In conclusione, si può ritenere che le hDPSCs, tramite azione diretta e, in misura maggiore, paracrina contribuiscano a ridurre l’ambiente infiammatorio causato dai monociti in seguito ad infezione di tipo virale. I risultati di questo studio saranno messi a confronto con i dati di uno studio successivo, condotto nelle medesime condizioni sperimentali, in cui però si utilizzeranno i monociti di pazienti affetti da SARS-Cov-2 in fase acuta.
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