Riassunto analitico
La moneta complementare può essere definita come un mezzo di scambio, parallelo ma non alternativo alla moneta ufficiale, istituito dai membri di una comunità con l’esplicito obiettivo di sostenere al proprio interno gli scambi, il credito e la fiducia reciproca. Più generalmente le monete complementari possono essere considerate come circuiti complementari di commercio di beni e servizi, con compensazioni di debiti e crediti. Le valute complementari non hanno corso legale e sono accettate su base volontaria: un sistema di valuta complementare è difatti accettato e utilizzato, all'interno di un gruppo, di una rete, di una comunità, per facilitare e favorire lo scambio di merci, la circolazione di beni e servizi all'interno di quella rete sociale rispetto al resto della comunità. Esplorando nuovi modi di concepire il denaro, le valute complementari forniscono un interessante oggetto di indagine, che ci spinge a chiederci se la moneta può essere considerata come bene comune. Il lavoro si compone di tre capitoli. Nel primo ho analizzato le principali caratteristiche delle monete complementari, le varie forme e i diversi obiettivi che sono in grado di raggiungere. Nel secondo e nel terzo capitolo ho analizzato diverse esperienze di sistemi di monete complementari, in Italia e nel mondo; le esperienze analizzate sono molto diverse tra loro sia per i soggetti coinvolti, sia per obiettivi perseguiti. La moneta e il credito locale costituiscono strumenti importanti per ridefinire a livello locale il patto sociale sia tra le componenti produttive, sia tra l’economia di scambio e quella “economia del dono” che regge silenziosamente ogni vera economia di scambio.
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