Riassunto analitico
Con l’espressione “transfer pricing” si fa riferimento ai prezzi applicati alle operazioni poste in essere tra imprese appartenenti al medesimo gruppo societario, aventi per oggetto beni e servizi. Il termine ha assunto, nel tempo, una connotazione negativa, venendo associata alle manovre artificiose adottate dalle imprese multinazionali a fine di spostare il reddito imponibile verso Paesi con una bassa fiscalità. Ne consegue che, il prezzo relativo alle operazioni Intercompany, così inteso, si discosta sostanzialmente dal prezzo che verrebbe applicato ad operazioni comparabili poste in essere da parti indipendenti, motivo per cui, è stato generalmente accettato come principio cardine della determinazione del prezzo di trasferimento, l’arm’s length principle, ovvero il principio di libera concorrenza. Pioniere di tale principio, l’OCSE, che ha emanato diversi Rapporti, cd. Guidelines, nei quali vengono analizzati i diversi metodi per la determinazione del transfer pricing, coadiuvati da esempi pratici, perseguendo l’obiettivo di armonizzare le norme sovranazionali con quelle nazionali dei diversi Stati membri. Anche la Commissione Europea e, più da vicino, il Legislatore italiano, sono interventi in merito, la prima con la Convenzione arbitrale, volta a eliminare la doppia imposizione, il secondo con l’art. 110 comma 7 del TUIR traendo spunto da quanto già previsto in ambito internazionale e comunitario. Più recentemente, nel 2013, a livello internazionale, ha preso vita il progetto BEPS, ovvero il “Base Erotion and Profit Shifting”, articolato in quindici Azioni, con l’obiettivo di impedire l’erosione della base imponibile da parte delle imprese multinazionali e lo spostamento di profitti, ovvero per identificare gli elementi di pianificazione fiscale aggressiva. La naturale conseguenza di detto progetto stata la rielaborazione delle Linee Guida dell’OCSE, nel luglio del 2017. Con il D.L. 50/2017, il Legislatore italiano ha innovato le linee guida in materia di prezzi di trasferimento, ribadendo il concetto di libera concorrenza, allineandosi quindi, con quanto predisposto dall’OCSE, e fornendo indicazioni fondamentali su aspetti cruciali del transfer pricing. Nel presente elaborato si analizza il materiale normativo a disposizione da un punto di vista sovrannazionale, comunitario ed infine italiano. Per quest’ultimo ambito si approfondisce il tema anche in termini giurisprudenziali e di prassi, al fine di evidenziare, che sebbene siano presenti innumerevoli interventi dal parte dei diversi organismi internazionali e amministrazioni fiscali nazionali, il problema del transfer pricing, risulta essere ancora consistente e complesso in ambito nazionale e non.
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