Riassunto analitico
Le caratteristiche di ogni genere letterario, dal momento della nascita, possono cambiare in relazione al contesto storico e sociale. Il Bildungsroman non è esente da queste trasformazioni. Scopo della tesi, dunque, è di evidenziarne l’estrema elasticità, esaminando autrici contemporanee che lo esplorano in modo personale e innovativo. Infatti, il romanzo di formazione, dal Novecento a oggi, ha assunto caratteristiche diverse da quelle originali, pur mantenendo inalterato il racconto dello sviluppo del protagonista. Dopo il primo capitolo, che comprende un’introduzione sul genere e i suoi primi sviluppi, la tesi si concentra sull’analisi di quattro romanzi di formazione femminili. Nel secondo capitolo viene analizzato The Well of Loneliness (1928) di Radclyffe Hall, che racconta la vita di Stephen Gordon e la sua disperata ricerca di accettazione della sua identità omosessuale. Il forte senso di inadeguatezza della protagonista inizia fin dalla nascita: infatti, i genitori, desiderosi di un figlio maschio, battezzano la figlia con un nome maschile, che diventa il simbolo di una travagliata ricerca di identità. Il destino di Stephen non può che essere segnato da un’estrema solitudine, in cui la protagonista vede affievolirsi sempre più la speranza di affermare la propria identità. Il terzo capitolo si concentra su Oranges Are not the Only Fruit (1985) di Jeanette Winterson, in cui la protagonista Jeanette affronta ostacoli legati non soltanto all’omosessualità, ma anche all’ambiente religioso costrittivo in cui viene educata. Vittima del disprezzo della famiglia e della comunità in cui vive, Jeanette, tuttavia, dimostra di essere un’eroina decisamente combattiva, capace di perdonare i suoi persecutori, riavvicinarsi alla madre e, soprattutto, accettare serenamente la propria identità. Segue, nel quarto capitolo, l’analisi di The God of Small Things (1997) di Arundhati Roy. Prevalentemente ambientato nel paese fittizio di Ayemenem, in India, questo romanzo racconta l’infanzia traumatica dei gemelli Estha e Rahel, che, alla fine degli anni Sessanta, diventano le vittime innocenti delle discriminazioni di casta che tuttora vengono perpetrate nell’India postcoloniale. Estha e Rahel, impotenti testimoni della morte della cugina Sophie e dell’uccisione del pariah Velutha, sono travolti da dinamiche più grandi di quanto loro possano comprendere. Quando si incontrano di nuovo all’inizio degli anni Novanta, dimostrano di essere ancora perseguitati dai ricordi traumatici, rendendo così la prospettiva di una felicità futura ancora più incerta. L’ultimo romanzo analizzato, nel quinto capitolo, è Brick Lane (2003) di Monica Ali. La diciottenne bengalese Nazneen è costretta a sposare Chanu e a seguirlo a Londra, dove vive i primi anni di matrimonio nella totale sottomissione al fato, attitudine che le è stata inculcata dalla madre, fino a quando inizia a lavorare come sarta. Da quel momento in avanti, infatti, grazie all’indipendenza economica e alla relazione con il giovane radicale Karim, Nazneen inizia a credere di poter scegliere il proprio destino. Rifiutandosi di seguire il marito in Bangladesh e ponendo fine alla storia con Karim, Nazneen diventa finalmente una donna emancipata, cambiando da spettatrice passiva ad artefice della propria esistenza. Nella Conclusione, si rifletterà ancora sulla estrema duttilità del Bildungsroman, capace di riflettere gli aspetti specifici delle culture e dei paesi dai quali provengono gli autori. Nei quattro romanzi, per quanto diversi, emerge il ritratto di donne che, tenaci e determinate, non sfuggono alle difficoltà della vita, ma, al contrario, le sfruttano per una più matura autoconsapevolezza, per inseguire, senza compromessi, il loro ideale di felicità.
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Abstract
The features of any literary genre may change from its origins in relation to the historical and social context. These transformations also apply to the Bildungsroman. Thus, the thesis aims at highlighting the extreme variability of this genre, by examining contemporary female authors who explore it in a personal and innovative way. Indeed, the novel of formation in the twentieth century until now has assumed different characteristics from the original ones, though maintaining the story of the growing up of the protagonist.
After the first chapter, which includes an introduction to the genre and its first developments, the thesis analyses four female novels of formation. In the second chapter follows the analysis of The Well of Loneliness (1928) by Radclyffe Hall, which tells the life of Stephen Gordon, marked by the protagonist’s desperate search for acceptation of her homosexual identity. The strong feeling of inadequacy of the protagonist starts from her birth: indeed, her parents, longing for a son, baptise their daughter with a male name, which becomes the symbol of a troubled search for identity. Stephen’s destiny is inevitably marked by loneliness, and so her hope to assert her identity is rather weak.
The third chapter will examine Oranges Are not the Only Fruit (1985) by Jeanette Winterson, in which the protagonist Jeanette faces obstacles linked not only to her homosexuality, but also to the strict religious environment in which she is educated. However, although she is the victim of her family and community’s disdain, Jeanette proves to be a resilient heroine, who will be finally able to forgive her persecutors, be reconciled with her mother, and, above all, accept her own identity more peacefully.
The fourth chapter follows with the analysis of The God of Small Things (1997) by Arundhati Roy. Mainly set in the fictional town of Ayemenem, in India, this novel tells the story of the traumatic childhood of the twins Estha and Rahel, who, at the end of the Sixties, become the innocent victims of the caste discriminations still existing in postcolonial India. Estha and Rahel, impotent witnesses of the death of their cousin Sophie and of the pariah Velutha’s murder, are overwhelmed by events that are too complicated for them to be comprehended. When they reunite at the beginning of the Nineties, they demonstrate to be still persecuted by their traumatic memories. Hence, the idea of future happiness for them becomes extremely uncertain.
The last novel analysed in the fifth chapter is Brick Lane (2003) by Monica Ali. The eighteen-year-old Nazneen, of Bengali origins, is obliged to marry Chanu and follow him to London, where she lives the first years of their marriage in total submissiveness to fate, an attitude that she was instilled by her mother, at least until she begins to work as a seamstress. Indeed, thanks to her economic independence and to a love affair with the radical young man Karim, Nazneen starts to believe that she can be the maker of her own destiny. By refusing to follow her husband back to Bangladesh and ending her story with Karim, Nazneen finally becomes an emancipated woman, turning from passive spectator into master of her own existence.
The Conclusion will highlight again the flexibility of the Bildungsroman in mirroring the specific aspects of the cultures and countries from which the authors come from. Moreover, all four novels have, at their centre, firm and determined women, who do not escape existential difficulties, but, on the contrary, exploit them to achieve self-awareness, and pursue, without compromising, their ideal of happiness.
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