Riassunto analitico
L’olio extra-vergine d’oliva è il protagonista della dieta mediterranea e rappresenta forse il prodotto più famoso e apprezzato dell’Europa Meridionale. La filiera dell’olio presenta al giorno d’oggi vaste problematiche in termini di smaltimento dei sottoprodotti, sia per le ingenti quantità di questi, sia per il carico inquinante che presentano intrinsecamente. Questo grosso problema rappresenta però anche una grande opportunità in termini di valorizzazione e di recupero di ciò che fino a ieri era considerato uno scarto; in quest’ambito si inserisce il presente lavoro di tesi, che cerca di analizzare a 360° la realtà di un frantoio/sansificio portoghese, “Aucama - Agro Industrial Valpacense, Ltd”. Il lavoro si è concentrato su due diversi filoni: • Analisi Carbon Footprint del frantoio/sansificio, utilizzando due sistemi di calcolo LCA distinti (il software GaBi 6 ed il database di calcolo online OilLCA) presso un centro di ricerca portoghese. Lo scopo di questa prima parte di lavoro è stato quello innanzitutto di verificare la compatibilità dei due sistemi e successivamente di identificare gli aspetti più problematici in termini di emissione di kgCO2 equivalenti. I risultati sono stati poi comparati con altri studi LCA riguardati la filiera dell’olio d’oliva. • Valorizzazione del sottoprodotto principale del frantoio/sansificio, ovvero la sansa esausta, all’interno di aggregati leggeri per uso agronomico. Oltre al recupero in termini di materia di questo residuo, si mira ad ulteriori vantaggi ambientali prodotti dall’abbassamento della temperatura di cottura degli aggregati e dalla minore quantità necessaria di materia prima (argilla). Sulla base di precedenti studi sono stati inserite in varie % diverse quantità e tipologie di questo materiale, previa essiccazione in stufa e macinazione, con due diverse finalità: - Inserimento di sansa esausta tal quale insieme ad argilla italiana e spagnola, al fine di ottenere un effetto porizzante e quindi di alleggerimento del materiale; - Inserimento di sansa esausta calcinata a 700°C insieme ad argilla italiana e spagnola e fango di risulta di birrifici, al fine di ottenere un effetto porizzante e ammendante del materiale. Varie prove, quali analisi di pH e conducibilità, assorbimento d’acqua e rilascio in acido, sono state effettuate sugli aggregati mostrando, per quelli contenenti argille italiane, buoni risultati e suggerendo la fattibilità dei materiali ed il loro possibile utilizzo in campo agronomico.
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