Riassunto analitico
La nuova regolamentazione FIFA in materia di intermediazione calcistica ha aperto un vuoto normativo che è stato affrontato in maniera diversa dai singoli Paesi coinvolti. Basandosi su fonti ufficiali, questa tesi di ricerca ripercorre - nel primo dei quattro capitoli che la compongono - la storia recente della legislazione FIFA a riguardo, dalla regolamentazione del 2001 agli aggiornamenti introdotti nel 2008; viene poi analizzato il regolamento in vigore dal 1 Aprile 2015 che ha modificato in maniera decisiva le precedenti disposizioni, abolendo l’esame d’accesso alla professione di agente di calciatori e delegando alle singole federazioni una legiferazione in materia. Il secondo capitolo è costituito da un’indagine sulla situazione italiana pre e post riforma, con un breve approfondimento sul tentativo - ancora in sospeso alla data di pubblicazione dell’elaborato - di disciplinare mediante il disegno di legge S. 1737 il ruolo degli agenti sportivi; il capitolo si conclude riportando il pensiero di alcuni operatori del settore in merito alla nuova regolamentazione FIFA sottolineando come vi siano opinioni contrastanti a riguardo. Nel terzo capitolo vengono riportate le decisioni prese dalle più importanti federazioni europee: se da un lato il caso spagnolo presenta molti punti in comune con il nostro Paese, è dallo studio dei regolamenti emanati dalla federazione inglese e francese che emergono alcune peculiarità, su tutte il rilevamento di disposizioni supplementari in materia di trasparenza in Inghilterra e la presenza di una legislazione statale in Francia a tutela degli agenti sportivi, che ha condizionato il recepimento delle direttive FIFA rendendolo più complesso e strutturato. L’ultimo capitolo, attenendosi ad alcuni studi commissionati dalla Commissione Europea per comporre un quadro completo dell’impatto che gli agenti sportivi ufficiali hanno nel contesto dell’Unione Europea, mostra le difficoltà che sussistono nel rilevare in maniera corretta questa attività unitamente ad alcuni dei rischi riconducibili all’esercizio non autorizzato della professione; vengono inoltre individuate le criticità che impediscono una corretta legiferazione dell’attività di agente sportivo a livello nazionale a causa degli elementi di transnazionalità che la contraddistinguono. Dopo un breve approfondimento sulla potenziale minaccia rappresentata dalle TPO (Third Parti Ownership), le conclusioni illustrano alcuni spunti personali dell’autore e possibili soluzioni alle questioni sollevate, come quella di favorire una cooperazione tra UEFA e Commissione Europea al fine di predisporre un modello armonizzato di licenza i cui requisiti soddisfino la nuova regolamentazione FIFA senza andare in conflitto con le norme più restrittive dei singoli Paesi.
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