Riassunto analitico
Questa tesi di dottorato costituisce un'indagine di carattere sia teorico sia empirico del curricolo della Philosophy for Children (P4C), metodologia nata negli anni Settanta negli Stati Uniti a opera di Matthew Lipman, con l'obiettivo di “fare filosofia” con gli studenti in ogni ordine di scuola, al fine di trasformare la classe in una “comunità di ricerca” e co-costruire orizzonti di verità condivisa attraverso il dialogo filosofico, educando così alla democrazia del pensiero. Oltre all'esplorazione dei presupposti teorici delle pratiche peculiari della P4C, peraltro diffusa e applicata in molte parti del mondo, si propone qui anche uno studio di caso, articolato in quattro fasi: - un laboratorio di P4C realizzato presso una classe quinta della scuola primaria e sviluppato in quindici sessioni nell'arco di quattro mesi, condotte da chi scrive nel ruolo di facilitatrice; - la somministrazione di tre test sul pensiero multidimensionale, di cui due, Giochiamo a raccontare la scuola sul pensiero caring e Giochiamo a immaginare sul pensiero creativo, sono stati ideati e predisposti appositamente per questa ricerca; - l'applicazione alle risposte dei bambini di criteri di valutazione ideati e predisposti appositamente per questa ricerca; - l'analisi critica degli strumenti predisposti (test e criteri di valutazione) alla luce del feedback rappresentato dalle risposte dei bambini. La prima parte presenta la P4C nei suoi aspetti peculiari; è ampiamente illustrato il ruolo dell'adulto conduttore delle sessioni, il “facilitatore”, sia delineato nell'approccio lipmaniano sia declinato in altre ricerche. Vengono esaminati i metodi valutativi prodotti dai principali gruppi di ricerca nazionali e internazionali. La seconda parte della ricerca verte sulle teorie inerenti il dialogo pedagogico e sulle teorie dell'argomentazione a supporto della pratica filosofica. La P4C è una pratica specificamente orale, e quindi appaiono interessanti oltre che rilevanti gli strumenti retorico-argomentativi che gli alunni utilizzano nelle discussioni collettive. La terza parte descrive l'indagine empirica. Il laboratorio di P4C viene monitorato nelle sue fasi e discusso criticamente. Sono riportati i materiali del curricolo lipmaniano usati e alcune produzioni dei bambini ritenute significative. Soprattutto vengono illustrati la genesi e i risultati prodotti dagli strumenti ideati per questa ricerca. Per quanto richieda ancora un lungo processo di revisione e di validazione sperimentale, il test Giochiamo a raccontare la scuola si potrebbe rivelare uno strumento di osservazione, se non proprio di valutazione, delle dinamiche relazionali (caring) adatto al contesto della discussione comunitaria propria della P4C. Tenuto conto delle criticità rilevate riguardo i criteri di valutazione adottati e, per converso, dell'ottimo tasso di produttività riscontrato nelle risposte dei bambini, Giochiamo a immaginare si potrebbe configurare soprattutto come uno strumento di potenziamento del pensiero creativo e divergente, adatto al contesto della discussione comunitaria propria della P4C. Per entrambi, si potrebbe prospettare un utilizzo come strumenti didattici a supporto dell'attività formativa del facilitatore, analogamente ad altri esercizi presenti nei manuali elaborati da Lipman per promuovere e implementare specifiche abilità.
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Abstract
This PhD thesis aims at analyzing the curriculum of Philosophy for Children (P4C), a methodology
established by Matthew Lipman in the Seventies in United States, with the goal of "doing
philosophy" with pupils in different types of schools, in order to trasform the class into a
"community of inquiry", to co-construct shared horizons of truth through philosophical dialogue,
thus educating people to the democracy of thought.
In addition to exploring the theoretical assumptions of the practices peculiar to P4C, this work
proposes also a case study, divided into four phases:
- A laboratory of P4C realized at a fifth class of primary school, led by the writer in the role of
facilitator;
- The administration of three tests about the multi-dimensional thinking. Two of them have been
designed and prepared for this research; the first one focuses on caring thinking (called Giochiamo
a raccontare la scuola), and the second one on creative thinking (called Giochiamo a immaginare).
The third one is a standardise test called New Jersey Reasoning Skill, elaborated by Lipman in
Eighties.
- The application to the children's responses of the evaluation criteria designed during this research;
- Critical analysis of the instruments prepared (test and evaluation criteria) in the light of the
feedback represented by the children's responses.
The first part presents the P4C on its individual merits; is amply illustrated the role of the adult who
guides the sessions, the "facilitator".
The second part of the research focuses on the theories related pedagogical dialogue and theories of
argumentation in support of philosophical practice. The P4C is a specifically oral practise, and
therefore tools rhetorical and argumentative used in collective discussions appear attractive as well
as relevant.
The third part describes the empirical investigation. The laboratory of P4C is monitored in its
stages and critically discussed. I relate some materials from the lipmanian curriculum and some
children's productions considered significant. Especially I describe the genesis and the results
produced by the tests.
As still it requires a long process of review and experimental validation, the test about caring
thinking revealed a good tool of observation, if not evaluation, of relational dynamics (caring)
suitable to the context of the discussion of P4C.
In view of the critical issues identified regarding the parameters adopted and, conversely, the
excellent productivity rate found in the responses of children's, the test about the creative thinking
primarily amounts to as an enhancement tool of the creative thinking, suitable to the context of
discussion of P4C.
At the moment, both these two tests might be used as teaching instruments in support of the training
of the facilitator, like other exercises in the manuals developed by Lipman to promote and
implement specific skills. These they should be interpreted in a heuristic sense, to open the way
towards unexplored assessment forms of complex thought.
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