Riassunto analitico
Premessa: Il gel piastrinico è un emocomponente per uso topico, di origine autologa o allogenica, ottenuto dall’aggregazione di un concentrato piastrinico messo a contatto con calcio e fattori pro-aggreganti, quali trombina e batroxobina. Nel corso del processo di formazione del coagulo, dagli -granuli si liberano fattori di crescita che favoriscono la riparazione tissutale. Il gel piastrinico può essere ottenuto da sangue intero o per piastrinoaferesi, ma ad oggi il sangue di cordone ombelicale (SCO) si pone come una nuova sorgente promettente, in quanto molto ricco di fattori di crescita importanti per il wound healing. Si utilizzano per la produzione del gel le unità SCO non idonee alla conservazione per uso trasfusionale presso le Banche di Cordone Ombelicale, valorizzando maggiormente il gesto solidaristico della donazione. Metodi: Tanti fattori influenzano la produzione di gel piastrinico da SCO: il recupero in piastrine dipende sicuramente dalla tecnica e velocità di centrifugazione, ma sembra siano coinvolti anche parametri biologici delle unità SCO. Obiettivo dello studio è stato indagare l’esistenza di una relazione tra l’ematocrito (HCT) delle unità SCO processate e il recupero piastrinico, con lo scopo di fornire un ulteriore criterio per una selezione ottimale delle unità. Le unità SCO, contenenti almeno 15 x 109 piastrine/unità, sono state sottoposte a una doppia centrifugazione (la prima eseguita a 250g x 10 minuti, la seconda a 2000g x 15 minuti) per ottenere un prodotto con una concentrazione di 1000 x 106 piastrine/mL ± 20% in un minimo di 5 e massimo di 15 ml. Risultati: I dati di 154 campioni sono stati analizzati per valutare un’ipotetica relazione tra l’HCT di partenza e il recupero di piastrine nella prima centrifugazione, quella limitante l’intero processo. Si conferma l’osservazione sperimentale: esiste una relazione inversa tra le due variabili, ovvero all’aumentare dell’HCT l’efficienza di recupero piastrinico diminuisce. La suddivisione in classi dei valori di HCT mostra che con un HCT inferiore a 29 l’efficienza media di recupero è pari al 58%, se compreso tra 30 e 34 si abbassa al 53%, nell’intervallo tra 35 e 37 è del 48%, raggiunge un 46% se compreso tra 38 e 44. L’analisi statistica di correlazione permette di confermare che questa relazione è significativa (r= -0.4; p-value=0,0000001). Conclusioni: Dallo studio si evince che il valore di HCT del SCO è un parametro fondamentale, in quanto influenza la resa piastrinica del prodotto finale e pertanto l’HCT può essere considerato un criterio di selezione delle unità SCO. Considerando un valore basale definito di piastrine, si potrebbe optare per lo scarto delle unità con valore iniziale di piastrine al limite minimo se l’HCT supera una certa soglia, poiché la lavorazione porterebbe ad ottenere un prodotto finito non soddisfacente i requisiti di base stabiliti per un suo successivo utilizzo topico su paziente; si limiterebbero in questo modo i costi e i tempi investiti nella produzione.
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