Riassunto analitico
Nei vari capitoli esploro le potenzialità dell’identità della figura del coordinatore pedagogico che, in una visione completa e trasversale, ha come obiettivo lo sviluppo di strumenti cognitivi e riflessivi che permettano ai bambini di rielaborare la realtà da diversi punti di vista. Pertanto per raggiungere questa autonomia di apprendimento è necessario che egli promuova un approccio educativo progettuale, il quale si basa su un processo flessibile e in continua evoluzione, che parte dall'osservazione e dal coinvolgimento attivo dei bambini, le cui domande e curiosità orientano il processo di costruzione dei saperi. Un esempio di scuole che lavorano con il metodo progettuale in continuità tra infanzia e primaria, lo troviamo nelle scuole del IV circolo di Piacenza dove la dirigente Simona Favali e la cordonatrice pedagogica Daniela Martini lavorano con l'obiettivo di costruire nei bambini una mente in divenire, curiosa e capace di apprendere diversi linguaggi. Scoprendo questa realtà, ho deciso di concentrare la mia ricerca sulla continuità educativa tra ordini scolastici per coglierne le potenzialità. Recandomi in osservazione, ho potuto osservare i principi fondamentali della continuità tra le scuole dell’infanzia e le scuole primarie. Ho analizzato i contesti e il metodo di progettare, mettendo a confronto l’esperienza dell’infanzia con quella della primaria. A sostegno dei miei pensieri riporto quanto osservato e alcune interviste utili per rileggere l’azione educativa. Lavorando da più di quindi anni nella scuola dell’infanzia di Quattro Castella e venendo a conoscenza della costruzione di un nuovo plesso scolastico, che ospiterà scuola primaria e secondaria, ho intravvisto una possibile applicazione dell’esperienza di Piacenza anche in questo contesto. Ho pensato che Quattro Castella possa aprirsi alla possibilità di costruire una continuità tra ordini scolastici per restituire ai cittadini un’offerta educativa completa. Immaginando questo potenziale di continuità ho analizzato le possibili ricadute che essa potrebbe avere sulle menti dei bambini ma anche sul territorio, cercando di pensare agli apporti positivi che potrebbe avere in risposta alle nuove sfide generazionali che la società ci sta facendo intravvedere quotidianamente.
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