Riassunto analitico
Il presente lavoro si propone di ripercorre la parabola evolutiva dei Cristiani per il socialismo, fenomeno internazionale ampio e profondo, che ha coinvolto in modo privilegiato paesi dalla forte tradizione cattolica e segnati da profonde problematiche di carattere politico e sociale, dall’America Latina all’Europa (ma non solo), in un complesso periodo storico denso di cambiamenti e trasformazioni, ovvero gli anni Settanta del Novecento. Si tratta di un movimento legato tanto alla tradizione cattolica quanto alla tradizione socialista, tra i cui esponenti principali spicca Giulio Girardi, sacerdote, teologo e filosofo salesiano, cattolico e rivoluzionario al tempo stesso, che ha dedicato la maggior parte della propria vita intellettuale e sacerdotale al tentativo di coniugare la dimensione della fede con quella della politica, con l’obiettivo di rinnovare il cristianesimo dall’interno e di renderlo più partecipe e dialogante col mondo moderno e la sua trasformazione, in linea con le riflessioni maturate durante il Concilio Vaticano II. Nell’ambito della rivoluzionaria visione conciliatrice e dialogica tra fede e politica, Giulio Girardi elabora una precisa concezione pedagogica “liberatrice”, che si richiama tanto alla Teologia della Liberazione quanto alla Pedagogia degli oppressi di Paulo Freire, il cui cuore coincide con l’assegnazione di un significato nuovo a “liberazione”, termine chiave della cristianità: l’obiettivo principe di questa pedagogia ha natura polita e sociale, ed è legato alla liberazione dell’uomo da tutte le condizioni di sottosviluppo e ingiustizia. L'obiettivo principale di questa tesi è quello di dimostrare l’attualità del pensiero pedagogico di Giulio Girardi, che, pur collocandosi in un preciso contesto culturale, storico e politico, può essere riletto oggigiorno per spronare e problematizzare la riflessione sulla natura dell’agire educativo, sulle caratteristiche della relazione educatore-educando, sui rapporti esistenti tra educazione e cambiamenti sociali.
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