Riassunto analitico
La seguente tesi si propone, attraverso uno studio approfondito del lavoro a domicilio in Emilia, di dimostrare come l'artigianato "femminile" non goda della stessa considerazione di quello maschile. Nello specifico, il lavoro si concentra sulle figure delle magliaie del modenese, in quanto lavoranti a domicilio e lavoratrici interne alle fabbriche, mettendo in risalto come tentassero continuamente di raggiungere un equilibrio tra la loro vita privata e quella professionale. Le lotte sindacali, le battaglie per migliorare le condizioni di lavoro e il loro rapporto con i proprietari dei maglifici sembrano ripetersi nelle storie di tante donne. La componente di genere, in questo caso, è il punto cruciale e permea tutti gli ambiti della vita delle lavoratrici a domicilio, dal salario percepito al trattamento ricevuto dai datori di lavoro e dallo Stato italiano. La tesi è arricchita da due testimonianze dirette di donne che hanno lavorato tra gli anni Sessanta e gli anni Novanta nel settore della maglieria per il distretto di Carpi, uno dei più importanti poli industriali dell'abbigliamento in Italia. Il capitolo conclusivo include un case study, svoltosi nel laboratorio di tessitura artigianale "Efelidi" di Elisa S., una realtà emergente che, grazie al suo lavoro manuale e al sostegno della Regione Emilia Romagna con bandi e contributi, tenta di dare un futuro all'artigianato tessile nella provincia di Modena. Infine, lo scritto propone una teoria queer sui lavori ad ago, discutendo la possibilità di slegare lavori tradizionalmente considerati femminili quali cucito, maglia e uncinetto, dal genere.
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Abstract
The following thesis aims, through an in-depth study of home-based work in the region of Emilia, to show how "feminine" craftsmanship doesn't enjoy the same consideration as male crafts.
Specifically, the main topic of this thesis is how the knitters, who worked at home and as internees in the Modena area, continually seeked a balance between their private and professional lives. Their trade union struggles, their battles for improved working conditions and their relationship with the knitwear factory owners seem to be repeated in the stories of so many women. The gender component, in this case, is very important and permeates all areas of the homeworkers' lives, from the salary they received to the treatment they received from employers and the Italian state.
The thesis is enriched by two direct testimonies of women who have worked, between the 1960s and 1990s, in the knitwear sector for the Carpi District, one of the most important clothing hubs in Italy.
The thesis ends with the case study of Elisa Silvestri's 'Efelidi' weaving workshop, an emerging reality which, thanks to its work and the support of the region through calls for tenders and grants, is attempting to give a future to textile craftsmanship in the province of Modena. Finally, the writing ends with a queer theory proposal on needlework, discussing the possibility of returning to untying needlework from the gender.
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