Riassunto analitico
Il progresso scientifico e tecnologico ha determinato l’evoluzione dell’uomo fin dalla sua comparsa sulla terra in tutti i campi in cui egli opera, tra cui quello finanziario. Se in un lontano passato il progresso ha permesso il passaggio dal baratto alla moneta, nell’ultimo secolo ha compiuto passi da gigante con una velocità che non ha avuto eguali in precedenza: dal mercato alle grida si è giunti al mercato telematico e le transazioni di assets avvengono a velocità talmente elevate da risultare impercettibili per la mente umana. Oggi assistiamo ad un processo di evoluzione dei mercati finanziari di carattere non solo tecnologico, ma anche regolamentare, per raggiungere il fine ultimo della riduzione dei costi, dell’aumento della competitività e di una maggiore trasparenza per gli investitori. Il risultato di tale processo è stata l’ammissione sul mercato di nuovi soggetti e la comparsa di vere e proprie borse alternative (Alternative Trading Systems), e più in particolare quella degli Electronic Communication Networks. Dopo avere trattato in maniera puntuale il fenomeno degli Electronic Communication Networks, col presente lavoro viene proposta una disamina delle principali peculiarità dell’High Frequency Trading (HFT), focalizzando l’attenzione sulle caratteristiche tecniche ed operative degli operatori HFT, sulle strategie adottate dagli stessi al fine di conseguire un facile profitto grazie al vantaggio tecnologico e informativo a loro disposizione, e infine sugli impatti positivi e negativi di tale innovazione sui mercati finanziari. Nonostante il fenomeno dell’HFT abbia preso forma a partire dal 2007, la ricerca accademica attualmente disponibile non ha ancora elaborato un pensiero unanime relativamente al suo impatto sulla qualità del mercato. La trattazione prosegue con l’analisi del Flash Crash in data 6 maggio 2010, che evidenzia gli aspetti bui della microstruttura odierna dei mercati finanziari e mette in luce le aree di carenza dal punto di vista regolamentare.
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