Riassunto analitico
Il protocollo di fecondazione in vitro (IVF) consiste nel prelievo di uno o più ovociti maturi, la loro fecondazione in laboratorio e il successivo re-impianto uterino dell’embrione fecondato (zygote). Il protocollo di IVF è generalmente preceduto da una fase di stimolazione ovarica tramite dosaggi sovra fisiologici di gonadotropine, in grado di indurre nella paziente una iperovulazione controllata per aumentare il numero di ovociti recuperabili per la fecondazione. Dai follicoli maturi(diametro di 16-18mm) vengono prelevati gli ovociti per la IVF mentre le cellule della granulosa (hGCs), che hanno influenzato con effetto paracrino la maturazione del follicolo vengono scartate. L’obiettivo di questo studio è quello di identificare gli effetti sull’espressione genica in colture primarie di hGCs trattate con dosaggi bioequivalenti di gonadotropina menopausaleumana (HPhMG) e di ormone follicolo stimolante ricombinante umano (rhFSH) valutandone le relative implicazioni sul protocollo di stimolazione ovarica controllata (COS). La HPhMG utilizzata in questo studio è una preparazione commerciale purificata dall’urina post-menopausale di bovino, contenente stesse quantità di FSH e di LH (75 unità internazionali), mentre l’FSH ricombinante è ottenuto dalla linea cellulare chinese hamster ovary (CHO). Le gonadotropine esogene legano i recettori (recettore per LH,LHR; recettore per FSH,FSHR) presenti sulla membrana delle hGCs, entrambi della famiglia dei recettori associati a proteina G. I recettori legando le gonadotropine, innescano una cascata enzimatica intracellulare che porta, attraverso l’aumento della concentrazione del secondo messaggero adenosina monofosfato ciclico (cAMP), a cambiamenti nella regolazione della trascrizione genica. E’ dimostrato che ligandi differenti, pur agendo su uno stesso tipo recettoriale, modulano diversamente la regolazione genica di un grande numero di geni/famiglie geniche coinvolti nella regolazione di varie funzioni cellulari. Molti studi hanno comparato identici dosaggi di diverse gonadotropine, ma ad oggi nessuno studio ha comparato dosi bioequivalenti di diverse gonadotropine, nello specifico HPhMG e rhFSH. In questo studio sono stati indagati gli effetti sull’espressione genica di dosaggi equivalenti dal punto di vista della biopotenza di HPhMG a confronto con rhFSH, definendo come biopotenza il dosaggio di farmaco capace di indurre la produzione di uguali quantità di cAMP. I geni valutati in questo studio giocano un ruolo chiave nei processi di maturazione del follicolo, come i geni codificanti per gli enzimi steroidogenici cytochrome P450 Family 19 Subfamily A Member 1(CYP19A1) e cytochrome P450 cholesterolside-chaincleavage enzyme (P450scc) e i geni considerati marker per la qualità ovarica (ormone anti-Mulleriano) e inibina B in colture primarie di hGCs. Colture di hGCs sono state trattate con diverse dosaggi di rhFSH o HPhMG per tempi diversi per trovare il dosaggio bioequivalente in termini di cAMP intracellulare prodotto. Dopo un lavaggio con 1X PBS per rimuovere le gonadotropine in eccesso non legate dalle hGCs, le cellule sono state sottoposte a estrazione dell’RNA totale per valutare l’espressione genica a 3, 6 e 24 ore dal trattamento mediante la tecnica della RT-qPCR. I risultati ottenuti hanno dimostrato che dosi bioequivalenti di gonadotropine diverse inducono significativamente l’espressione genica di CYP19A1 e P450scc rispetto a hGCs non trattate(controllo). E’ stato inoltre dimostrato che dosaggi bioequivalenti di preparazioni gonadotropiniche diverse influenzano l’espressione dei geni steroidogenici in maniera statisticamente comparabile ad ogni tempo esaminato (3,6 e 24ore). Questo studio mostra infine che dosi bioequivalenti di rhFSH o HPhMG non sono in grado di modulare differenze di espressione statisticamente significative nei geni inibina B e amh, né tra di loro né confrontate con il controllo
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