Riassunto analitico
Molte ricerche hanno mostrato che gli uomini prendono parte ad attività politiche in misura ancora molto maggiore rispetto alle donne anche nei paesi occidentali. Il presente lavoro si propone di indagare questo fenomeno partendo con una disanima sulle differenze tra uomini e donne. Esaminando le principali teorie sull’argomento, ci si è concentrati in primis sulle differenze di carattere fisico-anatomico e poi su quelle generate dalla socializzazione, per arrivare infine ad analizzare una teoria unitaria che attinge da entrambi i settori di studio. Questo lavoro si propone di indagare una possibile interpretazione della differenza fra uomini e donne nella partecipazione politica. In particolare, ci siamo chiesti se la partecipazione femminile ad attività politiche sia ostacolata dallo stereotipo di genere e come questo influisca su tale fenomeno. Ci siamo domandati se i fattori che definiscono la femminilità operino a vantaggio o a sfavore delle donne, se quindi l’essere e l’apparire femminili possano essere percepiti come motivo di inadeguatezza nell’ambito delle attività politiche: un settore storicamente occupato dalla sola presenza maschile e che, solo recentemente, ha permesso l’ingresso anche alle donne. Infine, si è voluto indagare su un ulteriore elemento riguardante l’età per comprendere se possa avere un ulteriore effetto sulla percezione delle figure femminili e quindi se l’essere più giovane o più avanti con l’età possa rappresentare motivo di agevolazione o penalizzazione nelle attività politiche. Per farlo abbiamo svolto un esperimento in cui abbiamo manipolato la salienza di mascolinità e femminilità. L’esperimento ha previsto un disegno tra i soggetti sottoponendo il campione a otto condizioni sperimentali combinando il genere (maschio\femmina) e l’età (giovane\maturo).
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