Riassunto analitico
La tesi prende in esame la narrativa di tre scrittori latinoamericani appartenenti al XX e XXI secolo: il cubano Guillermo Cabrera Infante, il portoricano Luis Rafael Sánchez e il boliviano Adolfo Cárdenas. Tres Tristes Tigres (Cabrera Infante, 1967), La Guaracha del Macho Camacho (Sánchez, 1976) e Periférica Blvd. (Cárdenas, 2003) sono paradigmi di come la lingua dell'oralità collettiva degli strati sociali più periferici della società venga ricreata da una parola scritta che vuole sprigionare la potenza ritmica e melodica del linguaggio orale; non a caso, tutti e tre gli autori manifestano la loro consapevolezza di una scrittura nata per essere letta a voce alta e incarnazione della mezcla linguistica alla base della cultura latinoamericana. L’attenzione viene posta sulla forza performativa della lingua e la sua capacità di lasciarsi manipolare, scindere e correlare fino a diventare melodia, quel brusio di cui parla Barthes nella sua opera Il brusio della lingua, ovvero “quella musica del senso; quello stato utopico in cui la lingua sarebbe allargata (…) sino a formare un immenso tessuto sonoro nel quale l’apparato semantico si troverebbe irrealizzato” (Barthes, 1988: 80-81). Il testo è percepito come musica, come genre che non può prescindere dall’ascolto e da una lettura collettiva, scritto quindi per essere udito e non destinato a un’azione di lettura individuale; un testo i cui principali protagonisti sono la forma, il gioco, la ritmicità e la malleabilità della lingua, non un contenuto univoco e compiuto. La proliferazione linguistica crea un virtuosismo del linguaggio nel quale prevale la dimensione vocale; attraverso espedienti retorici, difatti, la scrittura riesce a creare un’illusione di oralità che sembra prevalere sulla scrittura stessa. Il tessuto sonoro generato da una proliferazione linguistica che si concentra in un unico spazio, ovvero il testo, è metafora della cultura e dell’identità eterogenea latinoamericana, di un luogo atto ad ampliare i propri confini per ricrearsi costantemente. Dopotutto, la guaracha e il bolero sono chiari esempi di ibridismo artistico in cui convergono strumenti e voci provenienti dall’eredità coloniale spagnola e africana nel territorio caraibico; tale convivenza, tuttavia, non implica una risoluzione dialettica della diversità, ma rende palese l’alterità in costante cambiamento che riempie questo spazio. Gli autori danno vita a una rappresentazione/traduzione del mondo dal quale sorgono le loro opere, non a una riproduzione; la riproduzione presuppone una coincidenza impossibile tra significante e significato, impossibile perché nel momento stesso in cui scrivo l’oralità, la parola orale è già altrove, evaporata; posso simulare un recupero di tale parola, tuttavia senza mai riuscire a raggiungerla: la forma prevale quindi sul contenuto, considerato come una forza limitativa del testo. La potenza ritmica e musicale del linguaggio sprigiona infiniti significati, sottolineando ancora una volta l’indole aperta e in costante ridefinizione di una realtà capace di accogliere al suo interno infiniti apporti esterni e di allargarsi e trasformarsi ogni qualvolta questo intreccio tra interno/esterno si verifichi. Infine, i tre romanzi riflettono il costante cambiamento culturale dovuto al cosmopolitismo e alla globalizzazione; l’importanza dei mass media all’interno delle opere è cruciale per la costruzione della narrazione, basata su tecniche teatrali e cinematografiche, come montaggio, flashbacks, simultaneità, multiprospettivismo, discontinuità etc. La cultura mediatica si estende anche alla rappresentazione grafica di Periférica Blvd. (2013), la quale cerca di ricreare attraverso le immagini la forza delle parole, degli accenti e delle diverse ideologie culturali e sociali.
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Abstract
This PhD dissertation analyzes the narrative activity of three Latin American writers belonging to the XX and XXI centuries: the Cuban Guillermo Cabrera Infante, the Puerto Rican Luis Rafael Sánchez and the Bolivian Adolfo Cárdenas. Tres Tristes Tigres (Cabrera Infante, 1967), La Guaracha del Macho Camacho (Sánchez, 1976) and Periférica Blvd. (Cárdenas, 2003) are samples of how oral language of the most peripheral sectors of society shows itself through writing that discloses its rhythmic and melodic nature. As a matter of fact, the three writers reveal their intention to create a work to be read aloud and a representation of the linguistic blend which characterizes Latin American culture.
It goes without saying that the main wish of the authors is to create literary artifacts able to emphasize language features to be manipulated, split and joined up to transform into melody. By referring to its musicality and its aptitude to dilate and turn into a resounding tissue, Barthes (1988) talks about the “rustle” of language: the text is perceived as a sound that cannot do without social reading and listening, thus written to be heard and not to be read individually. It is a text whose main characters are language puns, rhythm and shape, more than a unique and close content; thanks to these rhetorical structures writing is able to reproduce a linguistic proliferation that gives rise to the virtuosity of language, in which the vocal dimension seems to recreate the accent and speech of Cuba, Puerto Rico and Boliva. Therefore, it is necessary to adopt a different theoretical perspective which does not have to considerate writing as a means to translate orality, but as an entity able to create oral language, to simulate it, giving the illusion of listening the text rather than reading it. The resounding tissue generated by that linguistic proliferation is a metaphor of heterogeneous identities and cultures of Latin America, as well as of a place able to widen its limits in order to re-create itself constantly. After all, guaracha and bolero are clear examples of artistic hybridism in which different instruments and voices coming from Spanish and African colonial inheritance share the same space, stressing a figurative duel among different voices living together; a duel that will not end up in a dialectic resolution, but in an emphasis of diversity. Each author gives birth to a representation of a world from which his oeuvres come. A representation, thus, not a reproduction; the word reproduction presupposes an impossible coincidence between signifier and signified, impossible because while I am writing orality the oral word has already dissolved. It is just possible to simulate a recovery of the word, however without managing to reach it.
Throughout the research much attention will be paid to the capacity for creating a new world by the rhythmic and musical power of language. A power that strives to spread infinitive meanings and representations and to show the broad feature of a reality which hosts in its interior multiple exterior contributions and which changes whenever the intersection between interior/exterior occurs.
Finally, the three novels are reflections of a changing culture that is based on cosmopolitism and globalization; therefore, the importance of mass media is crucial in order to build up the whole narration, a narration that is based on cinematic and theatrical techniques, such as editing, flashbacks, simultaneity, multiple perspectives, discontinuity etc. Last but not least, mass media culture extends its roots to the graphic novel too (Periférica Bvld.), which tries to represent by images the strength of words, accents and different cultures.
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