Riassunto analitico
Il significato che le comunità primitive attribuivano al corpo non era quello di un’entità anatomica, isolabile dalle altre entità che compongono il mondo oggettivo o sede della singolarità dell’individuo, ma piuttosto quello di un corpo comunitario attraverso il quale avviene la circolazione dei simboli. Da qui parte il viaggio attraverso l’evoluzione del concetto di corpo nella storia. Passando dalla definizione di Cartesio di anima, fino ad arrivare all'affermazione da parte della scienza del corpo come oggetto, affronteremo i diversi significati che il corpo ha assunto nel corso del tempo. Si approfondirà il tema della concezione del corpo ai giorni nostri, ormai inteso come mezzo di comunicazione usato per far conoscere e capire agli altri la nostra identità. Sempre più persone, infatti, lavorano sul proprio fisico, utilizzando anche tecniche invasive come la chirurgia, per raggiungere la forma che i canoni sociali hanno loro imposto. Inoltre, affronteremo l’argomento dell’uso del corpo nei programmi che hanno contraddistinto la storia della televisione. Si osserveranno i vari decenni, dagli anni cinquanta ai duemila, che hanno caratterizzato la tv, e quali modelli e stereotipi questa ha contribuito a diffondere tramite la pubblicità e i programmi d’intrattenimento nelle diverse epoche. Analizzeremo la programmazione ai nostri giorni, in cui si afferma con prepotenza il concetto di corpo oggetto. Dalla visione continuata di programmi televisivi di oggi emerge infatti una figura di donna ibrida: erotica e a disposizione del maschio, come accade da secoli, ma spesso con uno sguardo e un atteggiamento aggressivi, da schiava-padrona. Modelli che le televisioni europee non utilizzano, o sfruttano in modo relativo, in quanto i prototipi di femminile proposti sono molteplici e non si riducono esclusivamente a questo unico stereotipo. Vedremo come con il proprio corpo si possa raggiungere il successo anche senza il possesso di particolari doti o professionalità, e come nella tv di oggi siano scomparsi i volti delle donne di età superiore ai cinquantanni, come se invecchiare fosse una colpa o una vergogna. Si esamineranno poi i messaggi veicolati dalla pubblicità su carta (riviste, affissioni) rivolta sia agli uomini che alle donne e quali effetti hanno questi modelli sulle persone, in particolare sulla generazione dei giovani dove la diffusione di disturbi alimentari è ormai all'ordine del giorno. In ultimo si rifletterà sulle possibili soluzioni che si possono adottare per migliorare la televisione generalista, ormai priva di creatività, che basa la sua programmazione quasi esclusivamente su allusioni di tipo sessuale, e come le riviste dovrebbero porsi nei confronti dei giovani, in particolare delle ragazze, sempre più vittime della ricerca di un corpo perfetto.
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