Riassunto analitico
ABSTRACT
Background: La disidratazione negli anziani è una condizione frequente che può aggravare patologie preesistenti, aumentando il rischio di complicanze e ospedalizzazione. Due presidi comunemente utilizzati per la somministrazione di liquidi sono il catetere venoso periferico (CVP) e l’ago cannula ipodermico (HDC). Il CVP è il metodo più diffuso, ma comporta un rischio maggiore di complicanze locali e sistemiche, come tromboflebiti e infezioni. L’ipodermoclisi (HDC) rappresenta un’alternativa potenzialmente meno invasiva e più confortevole, ma è ancora poco utilizzata nei contesti ospedalieri.
Obiettivi: Questo studio osservazionale prospettico analizza l’efficacia e la tollerabilità dell’uso del CVP e dell’HDC nei pazienti anziani ricoverati per disidratazione. L’obiettivo principale è confrontare gli effetti avversi locali (eritema, edema, dolore, stravaso) e sistemici, la durata dell’accesso e la tollerabilità dei due presidi, valutando il discomfort del paziente e la rimozione volontaria del dispositivo. Un ulteriore obiettivo è analizzare l’impatto economico dei due approcci.
Metodi: Lo studio prevede l’arruolamento di 100 pazienti ≥ 65 anni nel reparto di lungodegenza dell’Ospedale di Scandiano. Saranno raccolti dati relativi alla sede di infusione, durata del presidio, eventi avversi e valutazioni del dolore con le scale NRS e PAINAD e costi.
Risultati attesi: Si ipotizza che l’HDC possa garantire un’idratazione efficace con minori effetti avversi e una migliore tollerabilità rispetto al CVP. L’HDC potrebbe risultare vantaggiosa nei pazienti fragili, riducendo il rischio di rimozione involontaria e migliorando il comfort.
Conclusioni: Questo studio fornirà dati utili per la scelta del presidio più adeguato nella gestione della disidratazione nell’anziano, promuovendo un utilizzo più consapevole dell’HDC in ambito clinico.
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