Riassunto analitico
Il presente elaborato di tesi si colloca nell’ambito della ricerca sull’ortografia italiana, partendo da una definizione e un inquadramento teorico di ciò che si intende per competenza ortografica, per giungere poi alla costruzione di uno strumento pratico, utile per analizzare e valutare questa competenza all’interno dei testi dei bambini. Il corpus di testi utilizzato per la ricerca è composto da 622 scritti, prodotti nell’anno scolastico 2016/2017 da 311 bambine e bambini di classi terze, quarte e quinte di alcune scuole di Reggio Emilia. Le classi sperimentali, al contrario di quelle di controllo, hanno aderito (anche durante l’anno scolastico indicato) al progetto Osservare l’Interlingua. Si tratta di una sperimentazione nata dalla collaborazione tra l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, il Comune di Reggio Emilia e le scuole primarie della città, con il fine di promuovere un’educazione linguistica diversa da quella tradizionale, volta alla riflessione sul funzionamento della propria lingua, evitandone un apprendimento mnemonico e demotivato. Ci si chiede quindi se questo progetto, seppur non tratti direttamente l’aspetto dell’ortografia, influenzi positivamente o negativamente le competenze ortografiche dei soggetti che ne prendono parte. Per rispondere a questa domanda, come presentato nel primo capitolo dell’elaborato, sono stati presi in considerazione alcuni studi teorici sull’ortografia. Questi hanno permesso di darne una definizione e una collocazione all’interno dei vari aspetti della testualità, anche se le posizioni a riguardo sono discordanti: alcuni considerano l’ortografia come la base necessaria di più complesse capacità scrittorie; altri la ritengono una competenza che viene acquisita in modo naturale dall’apprendente durante la pratica di scrittura. Di conseguenza, queste correnti di pensiero influenzano la considerazione che si ha degli errori ortografici, e quindi la didattica all’interno delle nostre scuole. Si procede quindi con la rassegna di alcuni modelli di analisi degli errori ortografici: alcuni utilizzati soprattutto in ambito clinico-diagnostico, altri utilizzati a fini di ricerca. Il confronto tra i vari modelli già esistenti ha permesso di arrivare alla costruzione di un nuovo strumento di analisi degli errori ortografici, che viene presentato nel secondo capitolo. Per la maggior parte dei fenomeni il gruppo di ricerca non si è limitato ad un conteggio degli errori ortografici, ma ha deciso di calcolare il Target Like Usage (TLU). Questo indice racchiude al proprio interno sia le occorrenze corrette, sia il numero di errori (omissioni e sovraestensioni), permettendo di ricavare informazioni sulla competenza ortografica del soggetto riguardo ad un determinato fenomeno ortografico, e consentendo quindi un’analisi in positivo. Questo strumento di analisi degli errori ortografici serve per trovare la risposta alla domanda di ricerca iniziale, come presentato nel terzo capitolo, e ad approfondire lo studio di uno dei fenomeni ortografici presi in considerazione: l’apostrofo. Vengono messe a confronto le prestazioni degli alunni delle classi sperimentali con quelle degli alunni di controllo; quelle degli studenti monolingue con quelle degli studenti multilingue; si osserva il trend dei vari errori riguardanti l’apostrofo a T2 nelle varie classi del secondo triennio di scuola primaria; e si considera il miglioramento dei vari gruppi da T1 a T2. Infine si vuole osservare le parole in cui sono stati commessi errori di apostrofo, per provare a rintracciare le difficoltà a cui sono legati, ed eventuali regolarità.
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