Riassunto analitico
Il Diabete mellito (DM) è una patologia caratterizzata, in linea generale, da un’anormalità del metabolismo dei glucidi; si possono distinguere due tipi principali di DM, il tipo 1 e il tipo 2, caratterizzati rispettivamente da un’insulino deficienza causata dalla distruzione delle cellule β-pancreatiche su base autoimmune (maggioranza dei casi) o idiopatica e da insulino-resistenza, di grado variabile (vi è una resistenza dei tessuti bersaglio all’insulina) e/o un deficit relativo di insulina dovuto ad una secrezione insulinica insufficiente delle cellule β-pancreatiche. Ad oggi la terapia per il DM di tipo 1 prevede la somministrazione di insulina con diverse forme di rilascio a seconda dell’impairment della patologia; mentre per il tipo 2 la terapia di elezione è caratterizzata dall’assunzione di ipoglicemizzanti orali e da una correzione degli stili di vita. In particolare, le alterazioni a carico del sistema metabolico coinvolto nella genesi del diabete, portano, se protratte nel tempo, a complicanze microvascolari (neuropatia, retinopatia, nefropatia) e macrovascolari (aterosclerosi e ictus) e la maggior parte dei decessi legati al diabete sono dovuti a complicazioni vascolari (infarto del miocardio, patologie cerebro-vascolari,...). Alcune ricerche sperimentali hanno dimostrato che la co-somministrazione di un estratto acquoso di semi di dattero “Sukkary” (per via orale) e insulina (iniezione subcutanea) a ratti diabetici avesse un effetto ipoglicemizzante maggiore rispetto alla sola somministrazione di insulina. Lo scopo dei nostri studi è stato, in primis quello di ricreare un modello di diabete di tipo 2 con le cellule pancreatiche 1.1B4 e successivamente verificare su questo modello i potenziali effetti antidiabetici dell’estratto di semi di phoenix dactylifera sia tal quale che metabolizzato dal lactobacillus paracasei. Tale ricerca ha previsto una prima valutazione citotossica (dose/risposta) sulla linea cellulare 1.1B4 dell’estratto di semi di phoenix dactylifera, del lactobacillus paracasei e del suo metabolita per valutarne la “minima dose tossica” dopo 48h. Lo step successivo è stato quello di valutare il potenziale effetto antidiabetico degli estratti ottenuti mediante la misurazione del rilascio insulinico in un modello di diabete di tipo 2 eseguito sulle cellule 1.1B4.
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