Riassunto analitico
La presente tesi ha come obiettivo l’osservazione del più grande scandalo finanziario italiano: il crac Parmalat. Partendo da una breve analisi dello sviluppo storico dell’azienda, si mettono in luce le diverse strategie che hanno caratterizzato gli anni di grande espansione e, successivamente, di grande declino del gruppo; il mercato nazionale, le diverse espansioni all’estero, le numerose acquisizioni, la progressiva diversificazione dei prodotti, le costose sponsorizzazioni sportive e il rapporto con il Parma Calcio di Stefano Tanzi e le agenzie viaggi della sorella Francesca. Vengono analizzate le figure chiave che contribuirono al dissesto aziendale, sia interne all’azienda sia esterne. Si è cercato di mettere in luce le diverse tappe che portarono alla quotazione in borsa di Parmalat Spa, osservando le relazioni con il mondo bancario e politico. Nella seconda parte si è cercato di definire l’evoluzione della normativa sui controlli societari, prestando attenzione alla svolta data dall’adozione del Testo unico finanza nel 1998. Dopo una distinzione tra controlli societari interni ed esterni, vengono individuate alcune norme che sembrano diretta conseguenza degli scandali finanziari che caratterizzarono quel preciso periodo storico, tra i quali quello Parmalat. Osservando la composizione dei controlli societari interni si possono avanzare riflessioni riguardo i ruoli dei diversi organi e alcune disfunzioni che potrebbero essere risolte. Per i controlli societari esterni, invece, è sembrato inevitabile dubitare sulla buona condotta della società di revisione per Parmalat Spa la quale, nonostante la normativa, pare non abbia svolto correttamente le proprie funzioni. Si mettono in luce le normative ora vigenti che, nonostante presentino ancora diverse criticità, se fossero state adottate tempestivamente, probabilmente avrebbero ostacolato le attività illecite che hanno permesso il crollo di un impero. Viene poi chiarita la figura della Consob e della Banca d’Italia, cercando di individuare quali regole non sono riuscite ad allarmare le due istituzioni.
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Abstract
This thesis aims to observe the biggest Italian financial scandal: the Parmalat crash.
Starting from a short analysis of the historical development of the company, the focus is placed on the various strategies which have characterised the years of the great rise and consequent, great fall, of the group. They include: the national market, various expansions abroad, the numerous acquisitions, progressive product customization, the expensive sport sponsorships (especially with Stefano Tanzi’s A.C. Parma in football) and the sister, Francesca Tanzi’s travel agencies.
Some key figures, both from inside and outside the company, are analized to understand how they contributed to the ruin of the company.
Moreover, light is shed on the various steps that contributed to the company's listing on the stock market in order to understand the connection with the political and financial worlds.
In the second part there is an attempt to define the evolution of the legislation that regulates the control of companies, especially focusing on the Testo Unico Finanza written in 1998.
In fact, some normatives appear to be a direct cause of many financial scandals that took place during that precise period in history, among which also the Parmalat one.
A selection of hypothesis can be put forward about the roles of the various organs and the malfunctioning which could have been resolved.
Looking instead at the external controls, it seems inevitable to doubt the correct behavior of the company of revision towards Parmalat Spa; in fact it seems that they did not carry out their function of control correctly, despite the precise regulation that was in place at the time.
We will highlight the regulations which are currently in place, which, despite still containing some critical issues, if they had been adopted in time, they would have probably prevented the illegal activities that allowed the collapse of an empire.
We will clarify the figure and position of Consob and the Bank of Italy, and try to identify which rules had infact failed to alarm the two institutions.
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