Riassunto analitico
Il presente lavoro di tesi verte sullo studio di un’opera in particolare, Le Roi se meurt (1962), che è particolarmente densa di tematiche, ma è significativa per dimostrare la tesi della centralità del tema della morte nella vita e nelle opere teatrali di Eugène Ionesco. Le Roi se meurt è un testo che racconta del problema di sempre, la morte, ed è un’opera che Ionesco ha scritto e poi rappresentato per mettere in scena colui che deve disimparare a vivere per morire senza angoscia. La critica degli anni Sessanta ha visto un enorme cambiamento di stile, rispetto agli anni Cinquanta, nella pièce di Ionesco: una narrazione più lineare, i personaggi con una psicologia definita, un argomento chiaro al lettore. La morte è un tema difficile e poco trattato prima del Nouveau Théâtre degli anni Cinquanta; questa corrente porterà in auge le tematiche legate alla condizione umana, e, in particolare quella della morte. Beckett e Adamov, insieme a Ionesco, sono i primi a cimentarsi nel portare in scena il dramma dell’Uomo comune che affronta il suo destino, che non è più eroe ma semplice porta voce della debolezza dell’umanità. Attraverso l’analisi del vissuto dell’autore, delle sue opere teatrali più significative e di Le Roi se meurt in particolare, si vuole dimostrare la centralità nell’opera di Ionesco della morte, che sta alla base anche delle altre grandi tematiche dell’autore, quali la disarticolazione del linguaggio, l’assurdo dell’esistenza e di ogni forma di totalitarismo. La morte, come spesso Ionesco afferma nei suoi libri e nelle interviste, lo angoscia sin dall’infanzia. L’autore ha una paura straziante della morte che lo spinge a scrivere per ricercare nello stupore dell’opera d’arte una via di fuga al suo tormento esistenziale. L’esperienza di Ionesco rende Le Roi se meurt un’opera teatrale pienamente umana, che rivolge al pubblico quegli interrogativi dai quali non ci si può discostare per troppo tempo. Il suo interesse nella letteratura sacra e, in particolare, per il misticismo, permeano l’opera nel profondo. Le diverse messe in scena che la pièce ha avuto sottolineano quanto nel pubblico questa opera abbia riscosso particolare successo: Bérenger è l’emblema dell’uomo solo di fronte alla morte, rappresenta perciò tutta l’umanità. Diversi registi noti, quali Mauclair, Werler, Lavelli, danno al testo una visibilità mondiale che lo rende degno di essere definito “classico”. Le marionette, come gli attori, spesso ricordano a Ionesco il carattere assurdo e grottesco dell’esistenza umana. Ma il teatro d’avanguardia del secondo Ionesco, che vuole rappresentare quei temi metafisici più intimi e più difficili da affrontare, porta in scena la verità dell’uomo davanti alla morte e quindi diventa necessario ricorrere a personaggi reali, simili all’uomo comune, non più a marionette o automi. È proprio tramite il personaggio di Bérenger che questa trasformazione si attua.
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Abstract
The following analysis concerns the life and the work of Eugène Ionesco, in particular the play Le Roi se meurt. This text is important in order to demonstrate the centrality of death in his entire experience, in life and in literature. Le Roi se meurt represents the Man who faces death, who has to unlearn to live in order to die without too much suffering.
The literary criticism of the Sixties recognizes a deep change in the style of Ionesco: a more linear narration of the events, characters with a more defined psychology and an identifiable theme. The subject is really difficult and rarely discussed: only after the current of the Nouveau Théâtre of the Fifties, (also named the Theatre of the Absurd, from Martin Esslin definition) the human condition, and in particular the death, become a central theme. Beckett, Adamov and Ionesco put on stage the Man that encounters his destiny. In this way, the protagonists of the plays are anti-heroes, the emblem of the human fragility.
Analysing the pièces, and mainly Le Roi se meurt, we will demonstrate the centrality of the death in the author’s works. In addition, we will focus on some of Ionesco’s typical themes: the disarticulation of language, the absurdity of life and of totalitarianisms. Ionesco used to be frightened by death since he was a child. He talks about his fears in his plays and in the interviews. That fear leads him to the theatre, in order to escape from the death, and to loose himself in the astonishment that art provokes. Ionesco’s experience renders the play a really human masterpiece; Le Roi se meurt obliges people to think about vital question that cannot be avoided. The interest in the sacred literature and in the mystics is an important part of Ionesco’s work. The different productions of this play demonstrate its success: Bérenger is the emblem of the common man, of the entire humanity. The most important producers of the period, like Mauclair, Werler, Lavelli, make the play renowned in all the world. A real classic.
The strict relationship between Ionesco’s life and theatre is represented here through the focus on theatrical texts. The puppets, like the actors, remember him the absurd and the grotesque of the human being. The avant-garde theatre of Ionesco puts on stage the deepest metaphysical themes. For this reason, the characters needed are far from being puppets or robots: Bérenger is the leader of this deep change in perspective.
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