Riassunto analitico
La pratica professionale nei contesti educativi, assistenziali e di cura pone costantemente i professionisti che vi operano, siano essi operatori sanitari, insegnanti, educatori o pedagogisti, a confrontarsi con situazioni di difficile inquadramento in modelli operativi precostituiti o in condotte abitudinarie, che risultino funzionali al loro superamento. Il professionista può quindi trovarsi nella condizione di doversi misurare con sentimenti di inadeguatezza e incertezza, rispetto alle proprie abilità professionali, che spesso si traducono in una compromissione della qualità del servizio erogato e possono esporre il professionista stesso a rischi di deresponsabilizzazione o, nel peggiore di casi, a fenomeni più gravi come il burn-out. In questo studio si cerca di individuare e di analizzare gli elementi, indice di qualità, che guidano l’organizzazione e la progettazione delle attività educative e abilitative, attuate presso il Servizio Educativo Domiciliare rivolto ai minori affetti da DSA (Disturbo dello Spettro Autistico), in carico alla NPIA (Neuropsichiatria Infanzia e Adolescenza) nel distretto AUSL di Reggio Emilia e in gestione alla Cooperativa Sociale Coress. L'azione educativa analizzata, viene intesa sia come pratica “sul campo”, sia allo stesso tempo, come indagine riflessiva, durante e dopo l’esperienza vissuta nella pratica, attraverso un processo dialettico, interlocutorio e non meccanicamente definito dall'interdipendenza tra mezzi e fini. Le motivazioni che guidano questo studio, sono legate alla volontà di fornire un contributo che possa risultare utile, per lo sviluppo dei processi riflessivi già noti e in larga parte in uso all’interno della cooperativa e nel servizio in oggetto, agevolando il dibattito interno, volto al miglioramento dell’organizzazione e delle pratiche operative. La scelta dello studio di caso come strategia di ricerca, si fonda sulla necessità di cogliere aspetti qualitativi non scindibili dal contesto in cui vengono rilevati. Il servizio, infatti, a causa delle sue peculiarità essenziali, si presenta dominato dalla complessità, proveniente sia dal suo mandato di cura rivolto all’autismo, che dalla natura dei contesti in cui si svolge l’azione educativa legata agli ambienti di vita degli utenti, con particolare riferimento a quello domestico. Attraverso la triangolazione di dati provenienti dalle tre diverse tipologie di fonti utilizzate, è stato possibile individuare gli elementi di qualità che vengono assunti come necessari, per lo svolgimento del servizio. E precisamente, la definizione degli obiettivi e l’adozione di strumenti validati scientificamente, che a partire dalle indicazioni a livello regionale, giungano ad una loro declinazione pratica, attuata nei singoli servizi territoriali; la presenza di coordinatori e supervisori, come figure chiave per l’organizzazione; il supporto e il monitoraggio della pratiche attuate dagli educatori; I curriculum dei professionisti e i processi di formazione continua; il tempo dedicato alla riflessione e alla condivisione delle proprie pratiche. Nelle conclusioni vengono riportati alcuni elementi critici riguardanti il servizio stesso, emersi dall’analisi dei dati, tra cui: il poco spazio dedicato al confronto e alla condivisione dei propri vissuti complessi, che porta molti educatori del servizio a manifestare un sentimento di solitudine e a non percepirsi come parte di una comunità di pratica e la mancanza di tempo riconosciuto, per la preparazione dei contesti educativi e per la creazione di materiale per le attività.
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