Riassunto analitico
Nella tesi vengono proposti alcuni esercizi di riflessione grammaticale pensati indicativamente per le classi 3a e 4a della scuola primaria. Partendo dal presupposto teorico che l'obiettivo primario della lingua sia la comunicazione, uno scopo fondante dell'educazione linguistica diventa migliorare l'efficacia comunicativa e insegnare a capire e a farsi capire attraverso il linguaggio, a partire dagli usi che di esso facciamo quotidianamente. L'intento delle esperienze grammaticali proposte nella presente tesi, è quello di portare gli alunni a soffermarsi sui loro stessi costrutti comunicativi. In questo modo l'educazione linguistica diventa riflessione sulla lingua usata concretamente dai bambini, trova fondamento in quello che essi già sanno, segue i loro dubbi e le loro domande e cerca di stimolarne nuove attraverso il confronto. Partire da quello che i bambini sanno, dicono e scrivono facilita il coinvolgimento della classe nelle esperienze didattiche e allo stesso tempo aiuta il docente a sintonizzarsi con il livello di riflessione raggiunto dagli alunni in un dato momento. L'apprendimento può diventare autentico e significativo quando scaturisce dalla ri-costruzione di quanto il soggetto già conosce e dalla rielaborazione delle conoscenze pregresse. Per questo, gli esercizi di riflessione linguistica proposti in questa tesi cercheranno, nell'ottica di un approccio induttivo, di stimolare la creazione di sintagmi, frasi e brevi testi da parte dei bambini stessi; i materiali autoprodotti potranno costituire la base per nuove esperienze di manipolazione e riflessione grammaticale. Gli scritti degli allievi saranno tanto più significativi se inseriti nel contesto situazionale della classe, coinvolgendo quindi elementi tratti dal vissuto scolastico quotidiano: si potrà ad esempio inviare i bambini a progettare e scrivere l'invito alla festa di fine anno indirizzato ad genitori, oppure un riepilogo di un esperienza didattica da trasmettere ad eventuali assenti o bambini di altre annualità e così via. La diretta conseguenza dell'approccio induttivo è che i bambini saranno quanto più possibile attivi in prima persona lungo tutto il processo di riflessione linguistica: nella produzione di testi, nel confronto sulle esercitazioni, nei dialoghi a grande e piccolo gruppo e nella costruzione della formalizzazione sul quaderno. Il ruolo del docente diventa quindi quello di sostenere coordinare e guidare le azioni e i pensieri dei bambini, senza prevaricarli. Stimolando la riflessione a partire dagli scritti dei bambini e facendo in modo che essi siano protagonisti attivi delle esperienze linguistiche si contribuisce a creare un ambiente motivante, dove interrogarsi con interesse sulla scelta delle parole o sulla costruzione delle proprie frasi. Tale motivazione è sostenuta dal prendere decisioni in prima persona e dalla “consapevolezza di poter esercitare un controllo sull'ambiente attraverso i propri mezzi cognitiviˮ (Boscolo, 1990, pp. 24-25). Gli esercizi proposti nella tesi prevedono, e alcune volte suggeriscono, momenti di dibattito, discussione, riflessione condivisa degli elementi emersi. Infatti per riflettere sulla lingua all'interno di contesti comunicativi reali e significativi diventa centrale il momento dialogico con i bambini che da una parte fa emergere ciò che essi già sanno, dall'altra rende possibile il confronto con la classe e la co-costruzione di conoscenza (Pontecorvo, Ajello, Zucchermaglio, 1995). A partire dalla proposta di Vygotskij (1992 [1934]) molti studiosi hanno sottolineato come “le operazioni cognitive più complesse si sviluppino prima di tutto attraverso il dialogo e il confronto con gli altri, per poi essere interiorizzate nella mente individualeˮ (Pallotti, Ferrari, 2019, p. 10). Tali momenti di discussione in classe sono ritenuti quindi imprescindibili.
|