Riassunto analitico
Con la seguente tesi di ricerca, dal titolo “Valori di un’educazione sessista ed oggettivante: effetto dell’uso dei social network sul benessere e sulla percezione del corpo nelle donne”, intendo spiegare alcuni processi che partono da un’educazione ai ruoli stereotipati di genere, radicata nella nostra società, alle conseguenze che questa conduce soprattutto in ambito dell’oggettivazione sessista nei confronti delle donne. Ho scelto questo argomento perché sono sempre stata molto sensibile alle tematiche relative alle disuguaglianze. Credo anche che per arrivare ad avere una società dalle pari opportunità di genere, sia necessario smantellare l’idea che la donna sia inferiore all’uomo e abbattere, quindi, ogni forma di sessismo benevolo, causa di ogni discriminazione non punita, perché non riconosciuta. Il primo passo da compiere sarebbe agire, con consapevolezza, nelle prime agenzie formative con le quali il bambino viene a contatto: famiglia e scuola. Esse sono investite di un ruolo importantissimo, ossia quello di trasmettere e promuovere l’uguaglianza tra gli individui. Presenterò di seguito quattro capitoli, i primi tre di carattere teorico, mentre l’ultimo sperimentale. Cercherò di spiegare il nesso che intercorre tra un’educazione sessista ed oggettivante, ed i fenomeni inconsci che innesca. Nel primo capitolo presento la differenza tra sesso e genere, il primo legato a cause biologiche, ed il secondo riferito a tratti e comportamenti che le diverse culture ritengono appropriati per gli uomini e le donne. Partendo da questa differenza mi soffermo sulla costruzione degli stereotipi di genere, nonché una serie di rigide valutazioni mediate dal senso comune. Questo fenomeno prescrittivo condiziona gli individui, in modo che si conformino ai ruoli sociali. In quest’ottica ci si assicura una continuazione della gerarchia di genere, aiutando a mantenere una struttura sociale basata sulla disuguaglianza e sull’asimmetria di potere. Arriverò alla conclusione di questo primo capitolo, facendo un breve excursus sulle legislazioni internazionale, europea e nazionale, che regolano il diritto alle pari opportunità tra i sessi nei diversi ambiti della vita sociale di un individuo. Nel secondo capitolo presento i processi di attribuzioni di umanità, cioè meccanismi mirati a privare l’individuo della sua umanità. Più nello specifico tratto la deumanizzazione e l’infra-umanizzazione. La deumanizzazione intesa come totale privazione e negazione dell’umanità, in cui i membri dell’outgroup vengono considerati privi o carenti delle qualità necessarie per definire l’uomo. L’infra-umanizzazione intesa come forma di deumanizzazione sottile, in cui le persone che infra-umanizzano o sono infra-umanizzate, non ne hanno piena consapevolezza. Questo fenomeno, a differenza del precedente, non implica una negazione assoluta dell’umanità altrui. Successivamente cerco di offrire una panoramica sull’oggettivazione e sui pensieri di diversi autori in merito a tale argomento. Spiego, inoltre, l’oggettivazione sessuale e l’auto-oggettivazione. Verranno poi indicate le conseguenze che possono avere sulla donna. Il terzo capitolo analizza il rapporto che intercorre tra l’oggettivazione femminile e i mass media. Lo stereotipo femminile è sempre stato collegato alla pubblicità, in cui la donna viene utilizzata come esca comunicativa per vendere, emozionare e influire sulla scelta d’acquisto. La sua eccessiva raffigurazione è strettamente legata ad un linguaggio ambiguo e spesso seduttivo, mentre il suo corpo concede al pubblico l’idea di essere un oggetto di bellezza e desiderio. Il quarto ed ultimo capitolo, presenta una ricerca per indagare qual è l’effetto dei social media nelle donne, facendo riferimento ai targets presi in considerazione.
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