Riassunto analitico
L’elaborato si propone di indagare come il tema delle differenze di genere e degli stereotipi ad essi connessi influenzano l’azione educativa degli individui coinvolti nelle pratiche di educazione. Il primo capitolo si propone di fare chiarezza sul significato dei termini “sesso” e “genere”, mettendo in luce il loro rapporto nella realtà sociale. Viene inoltre trattato il processo di costruzione dell’identità di genere, e vengono osservati quali fattori sociali operano un’influenza su di esso. Vengono messi in luce gli stereotipi più diffusi legati al genere, che la società condivide e che guidano, celandosi dietro al velo dell’ovvietà e della normalità, i comportamenti e gli atteggiamenti quotidiani degli individui. Nel secondo capitolo si chiarisce in cosa consiste il processo di socializzazione di genere e come le agenzie educative lo influenzano. Si porta l’attenzione quindi sul ruolo dell’educazione, della pedagogia e della scuola nella perpetuazione degli stereotipi di genere, presentando una breve rassegna sistematica degli articoli presenti nell’arco degli ultimi dieci anni sulla rivista di settore Bambini. Nel terzo capitolo viene illustrata un’esperienza di ricerca che ha previsto uno studio di caso svolto in una scuola dell’infanzia paritaria Fism a Piacenza con lo scopo di indagare gli stereotipi di genere e confrontare l’opinione di genitori e insegnanti intorno al tema delle differenze tra i due sessi. La ricerca ha previsto come strumenti d’indagine due questionari (uno rivolto alle insegnanti e uno ai genitori), costruiti analizzando e rielaborando quello utilizzato dalla Regione Emilia Romagna per la ricerca “Stereotipi di genere, relazioni educative e infanzie” del 2012. I dati raccolti permettono di definire quali stereotipi e rappresentazioni di genere influenzano la condotta educativa di insegnanti e genitori e, conseguentemente, la formazione dell’identità dei/lle bambini/e con cui ogni giorno si relazionano. Le opinioni dei rispondenti intorno alle caratteristiche e tratti psicologici di bambini e bambine sono eterogenee e perciò sembrano non rappresentare particolari stereotipi. Solo per il tratto “autonomia” insegnanti e genitori appaiono d’accordo sul definirla un tratto prettamente femminile, svincolandosi dalla visione stereotipata tradizionale che vede il genere femminile dipendente da quello maschile. Insegnanti e genitori non concordano invece nel definire le cause dell’origine della differenza nei comportamenti e negli atteggiamenti tra i due generi: i genitori individuano come principale causa la predisposizione innata, mentre le insegnanti l’educazione famigliare. Sia gli insegnanti che i genitori leggono libri ai/alle bambini/e frequentemente. Si può però evincere una maggiore consapevolezza delle insegnanti rispetto ai genitori sull’importanza del libro come strumento di socializzazione di genere, in quanto mostrano di operare una ricerca più minuziosa di narrazioni e storie che non concorrono a perpetuare stereotipi di genere. Per quanto riguarda attività ludiche e giocattoli sono emerse tre tipologie: - i “giochi neutri”, per bambini di entrambi i sessi, svincolati da stereotipi (gioco di movimento, attività manipolatorie, lettura di libri, giochi in scatola, attività grafico-pittoriche); - i “giochi da maschio”, preferiti da bambini (giochi elettronici e macchinine); - i “giochi da femmina”, preferiti dalle bambine (travestimenti). Le ultime due tipologie di giochi sembrano subire ancora oggi un’influenza importante degli stereotipi, essendo relegati ad un sesso in maniera principale. L’opinione delle insegnanti differisce da quella dei genitori per quanto riguarda i giochi elettronici che sono definiti da quest’ultime come giochi neutri.
|