Riassunto analitico
Dall’analisi di un campione di istituti bancari operanti in 27 paesi sul territorio europeo, a partire dal 1997 sino al 2015, risulta evidenza di decise differenze relative alla capacità che banche, analisti e investitori possiedano nel prezzare i rischi associati alle espansioni dei portafogli crediti presenti nei relativi bilanci, in considerazione di specifici sottoinsiemi nazionali e con riferimento a distribuzioni per quartili di crescita dei finanziamenti concessi lungo un orizzonte triennale. Si conferma la capacità dei movimenti nel mercato del credito bancario come principali predittori dei rendimenti di settore rispetto a possibili, più generali, relazioni con l’interezza degli attivi degli istituti di credito. Banche che si caratterizzano per tassi di crescita dei finanziamenti più elevati sopportano o meno, condizionatamente al sottoinsieme nazionale d’appartenenza, significativi più elevati rischi di ribasso della quotazione azionaria nel triennio successivo. Viene dato risalto all’eterogenea, secondaria, influenza degli umori del mercato azionario sui rendimenti bancari, e connessi premi al rischio, altresì con riguardo alla crescita della componente creditizia, sotto profili di timing e magnitudo. I risultati paiono dunque coerenti con possibili differenze in termini di capacità, in capo ai soggetti agenti nei mercati in oggetto, nella corretta valutazione dei crescenti rischi connessi a tassi di crescita più elevati, e nel prezzare rigorosamente i suddetti rischi.
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