Riassunto analitico
Il presente lavoro di tesi muove dall’interesse per la pedagogia speciale e da interrogativi generati dalle tante notizie in merito ai ricorsi al TAR che si sono imposte negli ultimi anni nella cronaca del settore scolastico. In questa ricerca verranno esaminati i documenti emessi dai TAR di Emilia-Romagna, Veneto e Friuli-Venezia Giulia emessi dal 2013 al 2023, quali, ad esempio, decreti e sentenze, relativi a specifici procedimenti di giustizia amministrativa scuola-famiglia inerenti alla disabilità o ai DSA. La normativa di riferimento in materia di disabilità (in primis la legge 104/1992) è conosciuta soprattutto per la certificazione di una condizione o meno di gravità e giuridicamente si colloca nella matrice di un Welfare State, ossia uno Stato che offre condizioni di garanzia assistenziale e di benessere, quali i principi sanciti dai primi articoli della Costituzione. La legge 104/92 è fondamentale nel mondo della scuola per l’assegnazione delle ore di sostegno; la recente normativa, integrata nell’agosto 2023, definisce nuovi criteri in merito. La dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia sono disturbi specifici dell’apprendimento trattati dalla normativa dedicata, il cui cardine è la legge 170/2010, che sottolinea come tali disturbi differiscono da una condizione di disabilità, in quanto si presentano in alunni con quoziente intellettivo nella norma. Inoltre, tale legge, orienta il lavoro del docente attraverso la preliminare compilazione del PDP (piano didattico personalizzato). La famiglia e la scuola, agenzie educative che si dovrebbero coordinare per concordare obiettivi e strategie, non sempre riescono in tali intenzioni. Può accadere, allora, che da parte delle famiglie nasca l’interesse per un’azione legale nei confronti della scuola o di altre istituzioni che a vario titolo si interfacciano con la stessa. È quanto accade nella presentazione dei ricorsi al TAR, organi della magistratura competenti in materia di atti amministrativi, che hanno facoltà di annullare documenti ufficiali redatti dalle istituzioni, in questo caso scolastiche, e possono invitare le stesse a riformulare provvedimenti coerenti con la normativa vigente. Nei TAR di Emilia-Romagna, Veneto e Friuli-Venezia Giulia si ricorre in modo piuttosto contenuto rispetto ad altre regioni italiane. Il fenomeno si concentra sulle ore di sostegno assegnate (ricorsi prevalentemente di infanzia e primaria) e sulle non ammissioni alle classi successive di alunni o all’esame di Stato (prevalentemente scuola secondaria). Nel complesso, emerge che i ricorsi in merito alle ore di sostegno, se le motivazioni dei ricorrenti sono fondate, vengono accolti e, di conseguenza, i Tribunali annullano gli atti amministrativi in esame, chiedendo l’emissione di nuovi atti conformi. In merito alle non ammissioni alle classi successive o all’esame di Stato, prevalgono nettamente i ricorsi a tutela di alunni con DSA. In tali casi, dal punto di vista della professionalità docente, è evidente quanto sia importante il peso della corretta redazione dei documenti amministrativi quali il PDP e il suo sostanziale rispetto. Per quanto riguarda le decisioni prese in merito all’ammissione, esse devono essere sostenute da specifiche motivazioni che tengano conto della particolare condizione dell’alunno. Il TAR, infatti, non ha la competenza per esprimersi su questioni didattiche, in quanto ciò spetta solamente al docente e non ai giudici, che si occupano esclusivamente di verificare la correttezza e legittimità degli atti amministrativi. Sono state condotte altre osservazioni in merito alla frequenza del fenomeno, in particolare confrontando gli esiti della ricerca con i dati provenienti da un’altra precedente ricerca effettuata in Lombardia dal 2010 al 2018. È stata osservata la prevalente aderenza delle distribuzioni temporali malgrado una diversa numerosità.
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