Riassunto analitico
L’essere donna e l’interesse verso il mondo femminile mi hanno spinto ad approfondire il tema del ruolo della donna all’interno del contesto familiare (nello specifico famiglie formate da coppie eterosessuali) e del contesto sociale occidentale, chiedendomi come il sesso femminile, nel corso della storia fino ai giorni nostri, sia stato caratterizzato da una serie di stereotipizzazioni che ne hanno fatto un genere estremamente vulnerabile alla violenza fisica o morale e all’esercizio del potere da parte del sesso maschile, che lo ha ridotto a genere inferiore. Lo scopo di questo studio è, quindi, quello di analizzare la figura femminile, a volte madre e a volte moglie, in relazione a sé stessa, al sesso maschile e al mondo, e di osservare come nel corso della storia e della storia letteraria più recente, dalla fine dell’Ottocento alla più vicina contemporaneità, si sia dato voce al pensiero di uomini e donne sul sesso femminile. Nel dettaglio, questa tesi si compone di tre capitoli: nel primo si ripercorre l’evoluzione storico-culturale dei termini "stereotipo" e "pregiudizio" e si tracciano le coordinate storiche del ruolo della donna nella società e dei movimenti femministi. Si precisano inoltre i concetti relativi ai termini di "genere" e "sesso", analizzando il legame tra queste nozioni e gli stereotipi di genere, per poi evidenziare, nel secondo capitolo, come la consapevolezza di genere abbia avuto estrema importanza nell’evoluzione della letteratura a partire dai primi dell’Ottocento. Il secondo capitolo, perciò, parte dal presupposto che il modo di pensare, di descrivere e di teorizzare il sesso femminile si sia via via evoluto e migliorato nel tempo a partire dalle prime esperienze di scrittura femminile. Si procede allora ad analizzare tre opere scelte come paradigmatiche di un movimento più ampio europeo: "Casa di bambola" di Henrik Ibsen del 1879, "Una stanza tutta per sé" di Virginia Woolf del 1929 e "Lui e io" in "Le piccole virtù" di Natalia Ginzburg del 1962. Si giunge così al terzo capitolo, nel quale si approfondisce in cosa consista il ruolo dell’educazione di genere nella letteratura per l’infanzia, a partire dal Progetto Polite, che si è prefisso di trasformare il tipo di narrazione per l’infanzia che prevedeva una netta distinzione tra i sessi e i ruoli ad essi corrispondenti. L’azione del Progetto Polite ha avuto come obiettivo l’educazione alla libertà e alla valorizzazione dell’essere umano in quanto essere complesso, costituito da femminile e maschile insieme. Questo consente di trattare il tema del femminile e dell’educazione di genere all’interno del sistema formativo e pedagogico infantile.
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