Riassunto analitico
Questa tesi si focalizza sui punti in comune e di distanza degli stili narrativi che è possibile riscontrare tra individui di sesso maschile e femminile durante l’infanzia: attraverso uno studio qualitativo sono stati analizzati i racconti di un campione di bambini e bambine di cinque anni, mettendo altresì in luce il modo in cui la società e alcuni aspetti neuro-biologici possono influire sul nostro modo di raccontare. Lo studio si è realizzato con la lettura di una storia e il conseguente riracconto da parte dei bambini. I risultati sono stati confrontati con diverse teorie che spaziano da quelle psicologiche, di come la mente funziona e in che modo le funzioni cognitive vengono influenzate dalle narrazioni; sia a livello sociale, quindi la percezione che la cultura offre di maschi e femmine. I dati mostrano dunque alcune differenze derivanti da due stili cognitivi diversi, altre differenze invece sono chiaramente date da un’idea sociale confermata nel corso dei secoli. Pertanto, si sono vagliate diverse teorie riguardanti sia il ruolo delle narrazioni a livello individuale, che benefici portano ai bambini e in che modo essi si rispecchiano in queste. Inoltre, soprattutto nei secoli passati, la letteratura per l’infanzia è stata sfruttata a fini educativi, cercando di riproporre un modello di società borghese, per questo motivo si è indagato in che modo sono cambiati i ruoli sociali e come questi vengono proposti nella letteratura per l’infanzia. La narrativa, infatti, in questa prospettiva, si colloca in un triangolo con la mente e la società essendo portatrice di pensieri personali e di convenzioni sociali. Attualmente i modelli di letteratura sono cambiati, fornendo ai bambini diverse tematiche e modelli in cui immedesimarsi, per tale motivo, alla luce di questa pluralità e dei diversi cambiamenti che in brevissimo tempo sono subentrati nella letteratura e non solo, l’interesse di questa ricerca riguarda le caratteristiche che si presentano negli stili narrativi di bambini e bambine.
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