Riassunto analitico
Il presente lavoro si propone di indagare le principali caratteristiche del “romanzo intertestuale”, adattando la celebre definizione genettiana, analizzando alcune opere dell'autrice scozzese contemporanea Emma Tennant. Nello specifico, ci concentreremo sulle sue riscritture di Pride and Prejudice, Emma, Wuthering Heights e Jane Eyre, ognuna delle quali esemplifica una particolare tipologia di intertestualità. Il lavoro è diviso in tre sezioni. Nella prima saranno spiegate le differenti tipologie d'intertestualità cui la scrittrice è ricorsa, mentre nelle altre due analizzeremo in dettaglio le opere di Tennant. La nozione principale sulla quale si basa il nostro lavoro è quella di transtestualità, definita da Gérard Genette come “tutto ciò che [mette il testo] in relazione, manifesta o segreta, con altri testi”(Genette, 1997: 3). Lo studioso individua differenti tipi di transtestualità; in questo lavoro quelli che a noi interessano maggiormente sono l'intertestualità e l'ipertestualità, rispettivamente “una relazione di compresenza fra due o più testi.”(Genette, 1997: 4); e “ogni relazione che unisca un testo B (che chiamerò ipertesto) ad un testo anteriore A (che chiamerò, naturalmente, ipotesto), sul quale esso si innesta in una maniera che non è quella del commento.”(Genette, 1997: 7-8). Queste pratiche narrative sono ricorrenti nel postmodernismo, all'interno del quale possiamo collocare Tennant, accanto a tutti quegli scrittori che, come lei, si confrontano con strategie testuali quali pastiche, sequel e forgery. Nella prima metà degli anni Novanta, Tennant si dedica alla riscrittura dei romanzi di Jane Austen. In questo lavoro saranno analizzati Pemberley, A Sequel to Pride and Prejudice (1993) ed Emma in Love, Jane Austen's Emma Continued (1996). Il primo si propone come un seguito del popolare romanzo austeniano del 1813; la narrazione parte un anno dopo la conclusione della storia nell’ipotesto ed è ambientata durante il periodo natalizio nella tenuta di Pemberley. Tennant ha mantenuto i personaggi principali del romanzo originale; per esempio, Elizabeth Bennett, è ancora una volta vittima di pregiudizi e Mr Wickham continua ad avere il ruolo di villain. Interessante è il ruolo riservato alla tenuta di Pemberley che, in questo romanzo, ha una funzione di palcoscenico, dove tutti i personaggi trovano un proprio spazio per apparire. Per il sequel di Emma, invece, Tennant mantiene la trama originale dipingendo una protagonista capricciosa che sembra non aver raggiunto la maturità finale che caratterizza l’eroina austeniana. Ambientato ancora ad Highbury, la nuova protagonista è intenta ad organizzare un matrimonio tra il cognato Mr John Knightley e Miss Jane Fairfax, finché incontra una misteriosa French Woman che suscita in lei molta curiosità. Il terzo capitolo analizza le riscritture che Tennant compie dei due romanzi delle sorelle Brontë; questa volta, però, l’intento primario di Tennant, in stile tipicamente postmoderno, è permettere ad alcuni personaggi minori degli ipotesti di esprimere il proprio punto di vista e dare la propria versione dei fatti. Heathcliff's Tale (2005) e Thornfield Hall (2006) presentano complesse strutture narrative basate su diversi piani e differenti versioni della stessa storia. Per esempio, in Heathcliff's Tale le narrazioni a scatole cinesi sono legate insieme dalla figura dell'editore, mentre in Thornfield Hall Tennant si serve della trama narrata da Brontë per narrarla dal punto di vista di personaggi minori, prima fra tutti Adèle.
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Abstract
The aim of this work is to investigate the main characteristics of the “intertextual novel”, adapting the famous definition of Gèrard Genette, through an analysis of some novels by the contemporary Scottish author Emma Tennant. In particular, we will focus our attention on her rewritings of Pride and Prejudice, Emma, Wuthering Heights and Jane Eyre, each of them exemplifying a particular type of intertextuality. The dissertation is divided into three parts. The first one will present the different kinds of intertextuality, while the other two will discuss Tennant's works.
The theoretical frame of the thesis is informed by Gérard Genette’s notion of transtextuality, in particular the categories defined as intertextuality and hypertextuality. In postmodernism, they are very popular practices, and they are also used by Tennant, who, like other contemporary writers, resorts to textual strategies such as pastiche, sequel and forgery.
In the first part of the Nineties, Tennant rewrote various novels by Jane Austen. This dissertation will analyze Pemberley, A Sequel to Pride and Prejudice (1993) and Emma in Love, Jane Austen's Emma Continued (1996).
The first one is a sequel of the famous novel of Austen; the narration begins one year after the conclusion of the hypotextual story and it is set during the Christmas period in Pemberley. Tennant uses the main characters of Pride and Prejudice with their main characteristics; for example, Elizabeth Bennett is, once again, victim of prejudice and Mr Wickham plays the role of the villain. In Tennant’s novel the House of Pemberley is like a stage on which all the characters have their moments to appear.
In the sequel of Emma, Tennant maintains the original plot, which once again has at its core a capricious heroine who, in this case, never achieves her maturity, not even at the end of the novel. We see the new heroine organizing a marriage between her brother-in-law Mr John Knightley and Miss Jane Fairfax, until she meets an enigmatic French Woman who creates in her a lot of curiosity.
The third part of this work examines Tennant’s rewritings of Wuthering Heights and Jane Eyre. Tennant's aim is to give voice to minor characters of the hypotexts.
Heathcliff's Tale (2005) and Thornfield Hall (2006) are composed by complex narrative structures and different versions of the same story. For example, in Heathcliff's Tale the narration is given in Chinese boxes all linked together by the figure of the editor. In Thornfield Hall the author gives voices to different characters who narrate the story following Brontë's hypotext but adding new parts.
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