Riassunto analitico
Con l’espressione “abuso del diritto” si fa riferimento all’esercizio di un diritto in modo anomalo da parte del suo titolare. L’anomalia consiste nel fatto che il diritto formalmente è esercitato in conformità delle norme che lo prevedono ma di fatto produce effetti contrari alla finalità delle stesse norme. Il concetto di abuso del diritto, oggi utilizzato frequentemente in diversi ambiti, compare nelle codificazioni della seconda metà dell’Ottocento nell’ambito del diritto civile, per trovare poi applicazione negli altri campi dell’esperienza giuridica, soprattutto dalla seconda metà del Novecento. In particolare, la fattispecie dell’abuso del diritto ha assunto rilevanza nell’ambito del diritto tributario, dove è emersa la corrispondenza tra i procedimenti di fatto sottostanti all’abuso e quelli che la prassi amministrativa, la giurisprudenza e il legislatore avevano configurato come elusione fiscale. In campo tributario, pertanto, la nozione del divieto dell’abuso del diritto è divenuta il fondamento giuridico del contrasto alle pratiche elusive. Il principio antiabusivo è entrato nel nostro ordinamento negli ultimi decenni in attuazione di normative europee e mostra questa provenienza nella formulazione pragmatica della disposizione che recentemente lo ha codificato, l’art. 10-bis dello Statuto dei diritti del contribuente. Questa disposizione risale a pochi anni fa ed è il punto di arrivo di un percorso in cui si sono intrecciate le esigenze nazionali di combattere fenomeni elusivi sempre più diffusi e sofisticati e l’intento, a livello comunitario, di realizzare un efficiente mercato comune con condizioni concorrenziali per una compiuta integrazione tra gli Stati e i popoli europei. L’art. 10-bis dello Statuto dei diritti del contribuente ha un contenuto “a mosaico”, perché è il risultato di esperienze diverse, nazionali ed europee. Con la sua introduzione si è compiuta la fase di ricerca di una definizione e regolamentazione pratica del fenomeno elusivo ed inizia una nuova stagione: questa norma si deve confrontare con le nuove sfide delle pianificazioni fiscali aggressive e dell’economia digitale. Già nel 2016, l’emanazione della Direttiva ATAD 1 dell’Unione europea ci ha interpellati sull’adeguatezza dell’art. 10-bis.
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