Riassunto analitico
I media stanno diventando sempre di più parte importante della vita di un bambino, attraverso essi scoprono il mondo, sviluppano il senso ludico, occupano il proprio tempo libero, ma la prospettiva che il linguaggio delle immagini possa essere usato per educare non è ancora di comune pensiero. Attraverso questo elaborato e gli studi e testi citati in esso si vuole dimostrare come la virtualità non debba entrare nella vita delle persone sostituendo la realtà ordinaria o tradizionale, ma che possa entrare a farne parte sostenendo gli apprendimenti. I bambini ad oggi già passano molte ore davanti ad uno schermo o ad utilizzare materiale digitale fin dalla primissima infanzia ed è a causa di tale esposizione che sono sempre più evidenti i benefici ma anche gli svantaggi di quest’ultimi. Consapevoli del fatto che ad oggi ci si trova immersi, che lo si voglia o meno, all’interno di una società sempre più digitale si devono ripensare e ridefinire svariati aspetti. Nel presente elaborato si è partiti dall’ambito filosofico in cui si è analizzata una nuova corrente chiamata Estetica del digitale, la quale sembrerebbe avere elementi validi per quanto riguarda il punto di vista teorico ma anche che sia capace di offrire chiavi di lettura importanti per quanto riguarda la percezione, l’immaginazione, l’attenzione e l’immagine. Prendendo così maggiore coscienza della società digitalizzata e dei suoi abitanti, tra cui i nativi digitali ma anche gli immigrati digitali, è importante lavorare su una Media Education che sia forte e consapevole, che sappia garantire l’uso, evitando le zone d’ombra. Si è abituati ad una comunicazione soprattutto attraverso le immagini; infatti, l’uomo viene considerato un animale prevalentemente visivo, quello su cui bisogna fare attenzione è il suo utilizzo smisurato. Per questo la scuola si deve presentare come luogo che sia capace di far vedere come le immagini ed il digitale siano un’opportunità. È importante che gli educatori tengano attivo l’ascolto e l’interesse verso il tema dell’educazione alle immagini e ai media, per essere più pronti e competenti ad operare e ad affiancare i bambini nel fare nuove scoperte e trovare soluzioni differenti. Questo accade solo grazie ad una buona alfabetizzazione digitale degli adulti e di conseguenza dei bambini. I progetti come STORIES in cui vengono coinvolti processi come quelli del Digital Storytelling sono la prova della possibilità di imparare attraverso questi strumenti e si vede come sia possibile sviluppare la propria fantasia anche usando il digitale. È quindi possibile inserire il digitale negli asili e nelle scuole dell’infanzia, se prima dell’utilizzo viene fatta un’accurata scelta. Gli strumenti sono molteplici, ma le loro capacità ed il loro modo di utilizzo in una sezione che ospita bambini dagli zero ai sei anni altrettanto. Di grande importanza sapere anche quanto gli strumenti digitali abbiano contribuito all’interno di dibattiti riguardo l’inclusività, all’interno del lavoro di equipe e durante la pandemia da Covid-19. Per concludere l’elaborato è stato presentato un progetto digitale svolto in un servizio sperimentale zero-sei del comune di Parma.
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Abstract
The media are becoming more and more an important part of a child's life, through them they discover the world, develop a sense of playing, occupy their free time, but the idea that the language of images can be used to educate is still not a common thought. Through this paper and the studies and texts cited in it, what wants to be demonstrated is how virtuality should not enter people's lives by replacing ordinary or traditional reality, but that it can become part of it by supporting education. Children today already spend many hours in front of a screen or using digital objects from very early childhood and it is because of this exposure that the benefits but also the disadvantages are increasingly evident. Aware of the fact that today we find ourselves immersed, whether we like it or not, within a digital society, various aspects must be rethought and redefined. In the present thesis we started the study from a philosophical field in which a new current called Digital Aesthetics was analyzed, it seems to have valid elements from a theoretical point of view but is also capable of offering important interpretations as far as it is about perception, imagination, attention and image. Thus becoming more aware of the digitized society and its inhabitants, including digital natives but also digital immigrants, it is important to work on a Media Education that is strong and aware, that knows how to guarantee use, avoiding its negative aspects. We are used to communication above all through images; in fact, man is considered a predominantly visual animal, what we need to pay attention to is its immeasurable use. For this reason, the school must present itself as a place capable of showing how images and the digital are an opportunity. It is important that educators keep active listening and interest in the theme of image and media education, to be more ready and competent to operate and to support children in making new discoveries and finding different solutions. This happens only thanks to a good digital literacy of adults and consequently of children. Projects such as STORIES in which processes such as those of Digital Storytelling are involved are proof of the possibility of learning through these tools and it is seen how it is possible to develop one's imagination even using digital technology. It is therefore possible to insert digital technology in kindergartens and preschools, if a careful choice is made before use. The tools are many, but their capabilities and their way of use in a section that hosts children from zero to six years old as well. It is also of great importance to know how much digital tools have contributed to debates about inclusiveness, within teacher and educator groups and during the Covid-19 pandemic. To conclude the paper, a digital project carried out in Parma was presented.
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