Riassunto analitico
Uno studio epidemiologico di coorte attualmente in corso presso il Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze – Sezione di Sanità Pubblica ha l’obiettivo di valutare l’esposizione perinatale e postnatale a ftalati, potenziali interferenti endocrini, in un campione di neonati della provincia di Modena e di indagare l’impatto di questa esposizione sull’accrescimento corporeo e sullo sviluppo neuro-cognitivo nei primi tre anni di vita del bambino. Questa tesi, in particolare, si focalizza sui dati del biomonitoraggio condotto durante i primi 6 mesi di vita su 188 coppie madre-figlio arruolate tra il 2019 e il 2020 presso Ospedale Universitario di Modena, con l’obiettivo di definire nel dettaglio i livelli di esposizione a ftalati e di effettuare preliminari valutazioni di risk assessment. Il biomonotoraggio è stato eseguito mediante la raccolta di campioni urinari alla nascita, a 3 e 6 mesi che sono stati analizzati per dosare le concentrazioni di 9 metaboliti dei 6 ftalati di più comune utilizzo: Dimetilftalato (DMP), Dietilftalato (DEP), Diisononilftalato (DiNP), Di-n-butilftalato (DnBP), Butilbenzilftalato (BBzP) e Di(2-etilesil)ftalato (DEHP). Per le valutazioni di risk assessment sono stati calcolati i più importanti indicatori di rischio, quali l’Estimated Daily Intake (EDI), i Risk Quotients (RQ) e gli Hazard Index (HI). I bambini della provincia di Modena, nei primi 6 mesi di vita, risultano a tutt’oggi ancora esposti a diversi ftalati, sia a quelli strettamente regolamentati, come DEHP, BBzP e DnBP, sia a quelli di più libero utilizzo come DEP. Quest’ultimo, in particolare, risulta il composto più diffuso e presenta concentrazioni significativamente più alte rispetto a quanto riportato in altre zone del mondo. In più, i dati suggeriscono l’esistenza di pattern espositivi caratterizzati da variazioni temporali significative già durante i primi 6 mesi di vita dei bambini e, di conseguenza, la necessità, per caratterizzare correttamente l’esposizione in questo periodo della vita di un bambino, di condurre misurazioni ripetute nel tempo. Dalle prime valutazioni di Risk Assessment l’esposizione a ftalati non sembra suggerire, nel complesso della popolazione esaminata, importanti rischi per la salute, tuttavia, emergono alcune situazioni più critiche, il cui numero aumenta in maniera significativa se si utilizzano le più recenti e restrittive dosi di riferimento e i cutoff proposti per queste valutazioni da alcuni ricercatori. Risulta quindi necessario pianificare e rinforzare le azioni di counseling e di promozione della salute per favorire un’efficace riduzione dei livelli espositivi di questa fascia della popolazione, particolarmente sensibile ai potenziali effetti tossici di questi composti.
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