Riassunto analitico
La variabilità climatica degli ultimi decenni è uno dei temi più studiati dalla comunità scientifica. In particolare, grande attenzione è rivolta alle regioni polari ed alla dinamica della copertura glaciale. In questo ambito si colloca il presente lavoro di tesi, focalizzato alla ricostruzione paleoambientale degli ultimi 600 anni nell’area del Kongsfjorden, uno dei principali fiordi artici situato nell’isola di Spitsbergen nel Mare del Nord. La ricerca, di tipo sperimentale, è stata condotta presso l’Istituto di Scienze Marine (ISMAR) del Consiglio Nazionale delle Ricerche ed ha riguardato lo studio quantitativo delle associazioni a foraminiferi bentonici presenti in una carota di sedimento campionata nel 2017 durante la campagna oceanografica “Source-to-Sink: effetti della fusione del permafrost sull’Oceano Artico” condotta dai ricercatori dell’Istituto di Scienze Marine e Scienze Polari. Nel dettaglio, l’analisi delle associazioni a foraminiferi è stata effettuata su 23 campioni prendendo in considerazione la frazione di sedimento >125 µm. Sono stati identificati 25 taxa, successivamente clusterizzati in quattro gruppi in base ai loro requisiti ecologici: (i) specie indicatrici di condizioni glaciomarine, (ii) specie indicatrici della presenza di correnti di fondo, (iii) specie caratteristiche delle masse d’acqua artica e (iv) specie caratteristiche delle masse d’acqua atlantica. I risultati ottenuti dalle variazioni di abbondanza delle specie identificate, integrate con dati sedimentologici e geochimici (isotopi stabili dell’ossigeno) provenienti da letteratura e/o elaborati dal gruppo di ricerca del progetto in cui in lavoro di tesi è inserito, hanno permesso di caratterizzare le diverse fasi climatiche ed oceanografiche che si sono succedute nell’area dal 1400 (A.D.) ad oggi. La base della sequenza studiata corrisponde alla fase di transizione tra il Periodo Caldo Medievale e la Piccola Età Glaciale (1400-1600 A.D.), interrotto da un intervallo caratterizzato dal graduale riscaldamento dell’area del fiordo avvenuto tra il 1560 e 1616, verificatosi in seguito alla progressiva intensificazione della Corrente Nord Atlantica A partire dal 1616, si registra un drastico abbassamento delle temperature nel Kongsfjorden associato a progressive intensificazioni, alternate a fasi di indebolimento delle correnti marine nel fiordo osservate tra il 1696 e il 1897. Dal 1847 la diminuzione di specie caratteristiche di acque artiche e l’elevata abbondanza di taxa appartenenti ad ecosistemi atlantici documentano un progressivo aumento delle temperature indicando la transizione dalla Piccola Età Glaciale all’inizio del Modern Warming nel 1900. Successivamente si ha il processo di “atlantificazione” delle acque nel fiordo, responsabile dell’alterazione dell’ecosistema marino del Kongsfjorden che rapidamente passa da condizioni “polari” a “condizioni di tipo atlantico”. I risultati del presente lavoro suggeriscono l’influenza dell’attività vulcanica e solare come forzanti che possono aver favorito i processi di raffreddamento che hanno interessato l’area di indagine durante la Piccola Età Glaciale. L’integrazione dei dati (isotopi dell’ossigeno, variazione della copertura glaciale, presenza di IRD) ha fornito ulteriori informazioni inerenti ai requisiti ecologici del foraminifero bentonico Adercotryma glomeratum, evidenziando, inoltre, una correlazione positiva tra la distribuzione di questo taxon e la temperatura. Infine, lo studio condotto ha permesso di evidenziare una possibile correlazione tra variazioni climatiche e dinamica delle popolazioni. L’abbassamento delle temperature che ha caratterizzato la fase di transizione tra il Periodo Caldo Medievale e la Piccola Età Glaciale (1400-1600 A.D.) potrebbe infatti essere la spiegazione della scomparsa delle popolazioni norrene avvenuta tra il 1500 e 1600 A.D.
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