Riassunto analitico
Gli oli essenziali sono miscele di sostanze odorose a basso peso molecolare ricavate da diverse tipologie di droghe vegetali, con rese e composizione molto differenti. Gli oli essenziali vengono utilizzati nel settore cosmetico, farmaceutico e nell’industria alimentare per le qualità aromatiche e terapeutiche dei loro componenti. La qualità di un olio essenziale dipende fortemente dalla composizione chimica e dalla sua resa e quindi nel mercato globale possono esistere diverse tipologie di adulterazione: aggiunta di oli o solventi, di composti naturali o sintetici, magari “natural identici” ed ancora aggiunta di altri oli essenziali o frazioni di essi. Il motivo principale di queste adulterazioni riguarda il prezzo, in quanto il loro utilizzo è in aumento e fattori come la reperibilità del materiale naturale, le metodiche di raccolta, il clima e le tecniche estrattive, tendono ad influenzarlo. La genuinità degli oli essenziali, a causa del loro esteso impiego, va pertanto tutelata, al fine di evitare pratiche illecite messe in atto dalle aziende produttrici, che possono anche comportare danni alla salute oltre a frode. Fra gli oli più comunemente adulterati, c’è quello di lavanda, costituito da oltre 300 composti chimici: i principali sono il linalolo (fino ad un 68%) e il linalil acetato (fino a un 59%); la qualità dell’olio essenziale dipende dal loro elevato contenuto e dalle loro relative proporzioni. Lo scopo di questa tesi di ricerca è quello di mettere a punto e applicare delle tecniche analitiche avanzate per il controllo della qualità degli oli essenziali ed in particolare di Lavandula angustifolia Mill. Per valutarne l’autenticità, possono essere impiegate tecniche analitiche classiche che si basano sulle proprietà chimico-fisiche, quali la misura dell’indice di rifrazione, tramite rifrattometro di Abbe; utilizzando un FT-IR è possibile discriminare un olio essenziale di lavanda naturale da un olio essenziale di lavanda adulterato dall’aggiunta di un olio fisso, ad esempio un olio di mais, in quanto nello spettro abbiamo picchi caratteristici. Gli oli essenziali contengono numerosi componenti chirali, è quindi possibile valutare l’autenticità di essi andando a misurare l’abbondanza enantiomerica dei principali componenti, la quale può essere utilizzata per discriminare l’olio naturale da uno di sintesi, nel quale il componente è in forma racemica. Nella presente tesi sono state messe a punto, ottimizzate e applicate tecniche spettrofotometriche e cromatografiche, sia classiche che avanzate, quali la GC-FID, l’HPLC-UV e l’HPTLC in grado di valutare la genuinità degli oli essenziali.
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