Riassunto analitico
INTRODUZIONE: Nei contesti ospedalieri italiani le Unità Operative di Ostetricia adottano diverse tipologie di turnistica, suddivisibili essenzialmente in due gruppi: turni che vanno dalle 7 alle 10 oppure turni di 12 ore. Le loro articolazioni sono svariate e non sempre permettono di garantire il rapporto One-to-One e la continuità assistenziale, requisiti fondamentali per un’assistenza di qualità in particolare nel momento del peripartum. Oltre a stimolare un rinnovo dei modelli organizzativi da rivedere in un’ottica di valorizzazione delle risorse per ottimizzare la qualità dell’assistenza, si vuole fare luce sulla necessità di un cambio di paradigma rispetto al ruolo professionale dell’Ostetrica/o e alle sue funzioni. OBIETTIVO: ricercare gli effetti delle diverse tipologia di turnistica sul personale ostetrico che lavora in setting ospedalieri sul territorio nazionale, focalizzando l’attenzione sugli indici di burnout e quelli di job satisfaction. METODI: È stato condotto uno studio trasversale multicentrico tra il 15 Febbraio e il 13 Marzo 2023. È stato redatto un questionario tramite piattaforma Google Forms, che prevede 5 sezioni che vanno a raccogliere rispettivamente i dati anagrafici, i dati relativi alla sede lavorativa, la tipologia di turnistica, gli indici di burnout (tramite il questionario Maslach Burnout Inventory-General Survey (MBI-GS) e quelli di job satisfaction (tramite 3 quesiti del questionario di Colombo e Ghislieri per il conflitto lavoro-famiglia e 7 quesiti della Job Satisfaction Scale). Infine è stato richiesto ai partecipanti un giudizio finale riguardo la tipologia di turnistica. RISULTATI: Un campione di 300 ostetriche/i ha partecipato allo studio. I questionari sono pervenuti da quasi tutte le Regioni italiane, fatta eccezione per Basilicata e Molise. Il 61% dei partecipanti lavora su turni di 7-10h, il 32.7% su turni di 12h, mentre il 6.3% lavora secondo un turno unico diurno, previsto solo nel 29.3% delle strutture in esame. L’analisi statistica è stata effettuata solo per i due gruppi più rappresentati. Il rischio di sviluppare una Sindrome da Burnout si è rilevato più alto tra le ostetriche/i che lavorano su turni di 7-10h e nello specifico risulta una differenza statisticamente significativa per quanto riguarda l’esaurimento emotivo (p-value 0.034). Per la job satisfaction gli indici sono più alti tra i professionisti che lavorano su turni di 12h rispetto all’altro gruppo, con una differenza significativa per i seguenti quesiti: l'organico è sufficiente per affrontare il carico di lavoro (p 0.001), le ore di lavoro per turno sono appropriate per garantire la migliore assistenza alle pazienti (p<0.00001), le informazioni sulle pazienti vengono adeguatamente trasmesse duranti i cambi-turno (p<0.0001), hai la possibilità di portare a termine i compiti che ti vengono affidati (p<0.00001), le ore di formazione sono adeguatamente distribuite nei turni (p 0.003), ricevi adeguate indicazioni e supporto dai responsabili (p 0.02). Non si evidenziano differenze significative per i quesiti che indagano il conflitto lavoro-famiglia. Sostanziale è la differenza per quanto riguarda il parere generale rispetto alla tipologia di turno: il 78,1% dei professionisti che lavora su turni di 7-10h vorrebbe passare all’altra tipologia di turnistica, mentre l’89.8% di chi lavora su turni di 12h vorrebbe mantenere questa turnistica (p<0.00001). CONCLUSIONI: Le differenze sono state analizzate a livello statistico tra il gruppo di professionisti che lavora su turni di 7-10h e quello che lavora su turni di 12h: il secondo gruppo presenta minori indici di burnout, indici più alti per quanto riguarda diversi aspetti della job satisfaction e in linea generale non vorrebbe modificare l’assetto dei turni.
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