Riassunto analitico
I farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) sono largamente utilizzati nella medicina veterinaria per il trattamento dell’infiammazione e del dolore, principalmente dell’apparato muscolo-scheletrico. Nonostante, i loro effetti terapeutici, questi farmaci presentano una serie di eventi collaterali, tra cui, disturbi gastrointestinali, ulcerazione intestinale e disfunzione renale, effetti che possono trasmettersi all'uomo nel caso di immissione accidentale o non controllata di residui di FANS nella catena alimentare. Per tali ragioni è importante l’introduzione di strategie efficaci per la riduzione dei farmaci negli allevamenti, principalmente negli animali destinati all'alimentazione umana. Tenendo conto di questi problemi, le piante medicinali e loro estratti potrebbero essere un'opzione per prevenire e trattare le malattie degli animali, visto che sono dotate di minori effetti collaterali, e principalmente, di un minor rischio di residui nei prodotti di origine animale. Tra le piante con attività antinfiammatoria più usate negli animali, vi sono il salice bianco (Salix alba L.) e l’artiglio del diavolo (Harpagophytum procumbens (Burch.) DC. ex Meisn.), queste sono indicate principalmente per ripristinare il benessere degli animali, combattere e prevenire l’infiammazione e rafforzare il sistema immunitario. Pochi sono gli studi di questi fitocomplessi e dei loro principi attivi riguardanti la farmacocinetica e la farmacodinamica negli animali, e la presenza di possibili residui negli alimenti. In base a ciò, l’obbiettivo di questa tesi sperimentali è stato quello di sviluppare e applicare metodologie estrattive e analitiche avanzate per l’identificazione e la quantificazione di principi attivi naturali e loro metaboliti in fluidi biologici (sangue e urina) di mucche e cavalli dopo la somministrazione orale di mangimi integrati con prodotti fitoterapici ad uso veterinario, a base di estratti titolati di salice e artiglio del diavolo. Anche il latte vaccino è stato preso in considerazione, per valutare il rischio di possibile contaminazione alimentare. La scelta delle piante, oggetto di studio, è stata anche determinata dal fatto che le sostanze presenti negli estratti, l’acido salicilico, metabolita della salicina (Salix alba L.) e l’arpagoside (Harpagophytum procumbens (Burch.) DC. ex Meisn.), sono considerate, secondo la Federazione Equestre Internazionale, come sostanze da doping nei cavalli da corsa. La quantificazione della salicina, acido salicilico e arpagoside è avvenuta attraverso la metodica HPLC-UV. L’applicazione di tali sostanze ha avuto risultati positivi, ma comunque ulteriori studi in entrambe le specie animale sono necessari per valutare il completo profilo cinetico e dinamico. Per concludere, l’impiego di principi attivi naturali e fitocomplessi ad attività antinfiammatoria può essere considerato un’efficace alternativa ai farmaci di sintesi oltre ad essere una valida opportunità per limitare la presenza di xenobiotici e loro metaboliti negli animali e nei loro prodotti destinati all'alimentazione, garantendo la sicurezza e salubrità del prodotto finale.
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