Riassunto analitico
In Europa, nel 2018, si sono registrati ben 410 casi umani di Febbre West Nile, di cui 183 in Italia. Più precisamente, con l'aumento delle temperature estive, tra il 17 e il 23 agosto di quest'anno, sono stati segnalati 136 casi umani del virus in tutto il territorio europeo. L'Italia gode di un triste primato, con ben 59 casi. La malattia ha provocato 19 decessi, di cui 7 in Grecia, 5 in Romania, 4 in Serbia e 3 in Italia. La febbre West Nile (West Nile Fever) è una malattia provocata dal virus West Nile (West Nile Virus, Wnv), un virus della famiglia dei Flaviviridae isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, appunto nel distretto West Nile (da cui prende il nome). Il virus è diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America.
I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare (più frequentemente del tipo Culex), le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo. Altri mezzi di infezione documentati, anche se molto più rari, sono trapianti di organi, trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza. La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette. Il virus infetta anche altri mammiferi, soprattutto equini, ma in alcuni casi anche cani, gatti, conigli e altri. Non esiste un vaccino per la febbre West Nile. Attualmente sono allo studio dei vaccini, ma per il momento la prevenzione consiste soprattutto nel ridurre l’esposizione alle punture di zanzare.
Pertanto è consigliabile proteggersi dalle punture ed evitare che le zanzare possano riprodursi facilmente. La tesi ha lo scopo di approfondire la conoscenza di questa importante ed emergente problematica sanitaria, con particolare attenzione all'epidemiologia in Italia e in Emilia Romagna e agli interventi preventivi messi in atto a livello nazionale e locale.
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