Riassunto analitico
Giovanni Bosco nacque in una famiglia di poveri contadini piemontesi, rimase orfano di padre prematuramente e la sua educazione fu totalmente affidata alla madre, Margherita, che lo educò a una fede senza confini. A nove anni, una donna splendente gli apparve in sogno, dicendogli: “Renditi umile, forte e robusto e quello che vedi succedere di questi lupi che si trasformano in agnelli, tu lo farai per i miei figli.” Il giovane Bosco intraprese la strada per il sacerdozio e grazie al suo direttore spirituale iniziò a raccogliere intorno a se i primi ragazzi, per cui organizzò un Oratorio festivo, che trovò la sua sede stabile presso Valdocco, a Torino. Con i primi ragazzi arrivarono anche i primi collaboratori e con essi sviluppò il suo famoso metodo educativo: il sistema preventivo. La maggior parte dei primi collaboratori diventarono ben presto una congregazione che mirava alla salvezza della gioventù, essi presero il nome di Salesiani. Con l’aiuto di Maria Domenica Mazzarello, fondò l’Istituto delle figlie di Maria Ausiliatrice. Egli sognava da sempre di poter portare la fede In Dio in tutto il mondo, così mandò alcuni dei suoi collaboratori più fedeli prima in Sudamerica poi, visto il successo ottenuto, le missioni furono estese, piano piano, a tutto il mondo. Don Bosco fu sicuramente da ritenersi un precursore dell’attivismo pedagogico, egli, infatti, proponeva con il suo sistema preventivo un’educazione giovanile molto moderna rispetto all’andamento generale dell'epoca. Per il sacerdote era fondamentale creare “buoni cristiani e onesti cittadini”, per fare questo alla base del suo sistema metteva tre elementi: ragione, religione e amorevolezza. Questi tre fattori sono tra di loro interconnessi e fondono un legame con l’educazione musicale, che per don Bosco era fondamentale per un’educazione del giovane a tutto tondo. Dell’educazione di don Bosco si è parlato tantissimo, ma poco si è detto nell’ambito della musica, egli invece faceva di quest’arte una base essenziale per l’educazione dei giovani, poiché la musica porta disciplina, ordine, unione, rispetto e collaborazione. Don Bosco, per far sì che i suoi ragazzi avessero del materiale musicale da studiare, iniziò a comporre per loro dei brani di musica sacra, era quindi intenzione del sacerdote creare un coro di voci bianche, che ebbe un enorme successo tra i ragazzi e i fedeli. Egli volle che s’imparassero dei brani in Canto Gregoriano, recuperando uno stile ormai desueto ma che per don Bosco era il migliore per celebrare la liturgia e la fede in Dio. Oltre al coro, era importantissimo offrire ai giovani l’apprendimento di uno strumento musicale che li formasse anche nel rispetto del materiale altrui e nella costanza nell’applicarsi in qualcosa. Nacque poi anche la Banda salesiana che, dopo lunghe peripezie, ottenne numerosi successi facendo sì che si diffondesse in molti degli Istituti salesiani. Alla base di questa educazione musicale fu però necessario creare dei regolamenti che la disciplinassero, partendo da che cosa doveva essere insegnato, a come si doveva comportare il cantore, al ruolo del maestro, fino a sancire gli orari di lezione fissi e quotidiani. Dopo la morte di don Bosco l’educazione musicale non fu tralasciata, anzi i suoi confratelli più fedeli sapevano perfettamente quanto lui ci tenesse e furono i primi a portarla avanti come lui desiderava. Don Ricaldone, per il centenario della prima esecuzione di don Bosco con il suo coro, scrisse una circolare da diffondere in tutte le case salesiane, allo scopo di recuperare l’interesse per l’educazione musicale che era andato a calare nel tempo, mentre, invece, era desiderio del loro predecessore che fosse sempre impartita ai giovani degli istituti salesiani.
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