Riassunto analitico
Il modello maschile del maestro è stato, soprattutto negli ultimi decenni, emarginato e ridotto a eccezione che tende a confermare la regola: nella scuola, in modo particolare in quella dell’infanzia e primaria, non c’è posto per gli insegnanti maschi. L’assenza delle figure maschili in tali ambiti è sempre stata vissuta come un fenomeno naturale, tanto poco discusso da non riuscire più ad essere percepito: un’evidenza invisibile (Mapelli, 2012). Per poter analizzare la tematica presa in essere, questa tesi è stata suddivisa in quattro capitoli. Nel primo viene introdotta la figura del maestro e lo sviluppo storico che questa professione ha vissuto. Successivamente, sono analizzate le cause che tengono lontani gli uomini dai lavori di cura. Resa chiara l’entità del problema, nel secondo capitolo viene approfondita la modalità di costruzione sociale del maschile. Nello specifico, vengono narrate le modalità attraverso cui gli stereotipi influiscono sull’immaginario della maschilità e femminilità. Nel terzo capitolo viene proposto un excursus storico riguardante i movimenti femministi, nonché le ricadute che tali ideali hanno promosso. Infatti, a seguito del percorso di analisi relativo ai movimenti femministi, anche il maschile ha potuto trovare una propria dimensione investigativa. Gli studi sul maschile portano alla luce gli effetti del patriarcato sulla società, descrivendo come si tenda a socializzare un modello egemone del maschile a discapito di altri modelli. Se esiste un modo per poter destabilizzare il modello egemone della maschilità è attraverso il racconto esperienziale di chi ha deciso di intraprendere un cammino divergente. Il quarto capitolo raccoglie, quindi, le parole biografiche di uomini che hanno scelto di dedicare il loro tempo all’interno degli ambienti della scuola primaria. Tra le pagine di questa tesi di laurea saranno riportati i vissuti di alcuni maestri maschi, la loro esperienza professionale e la loro percezione riguardante tale fenomeno, con lo scopo di narrare un (altro) possibile ideale del maschile, emotivo e attento alle necessità dei più piccoli. La tradizione scientifica che sceglie di prendere in considerazioni le contronarrazioni, rispetto al racconto socializzato dal contesto sociale, trova recentemente la sua collocazione nella storia, soprattutto nell’ambito narrative research. Con il termine “contro-narrazioni” s’intende riferirsi a storie che acquisiscono significato contrapponendosi ad altre narrazioni. Associando a tale definizione un valore simbolico e politico, Andrews sottolinea come le contronarrazioni siano definibili come storie di vita che promuovono resistenza, sia essa implicita o esplicita, rispetto alle narrazioni dominanti, promosse e socializzate della cultura di appartenenza (Ottaviano C., Persico G., 2020). In questa prospettiva, nei mesi precedenti alla scrittura di questa tesi ho contattato la Prof.ssa Patrizia Mantovani, nonché Dirigente Scolastica dell’Istituto comprensivo 1 “Margherita Hack” di Suzzara (MN), per chiederle una collaborazione rispetto a questa tesi di laurea. La scelta è avvenuta in quanto ho avuto la fortuna di poter lavorare negli ultimi sette anni all’interno del medesimo istituto. Questa continuità mi ha permesso di conoscere Alberto, Ezio, Fausto, Matteo, Maurizio e Massimo. Attraverso le loro parole, è stato possibile mettere diversi punti di vista a confronto per raccontare un maschile divergente, attento alla cura e alle necessità dei più piccoli. La biografia dei maestri intervistati rappresenta un’opportunità per riflettere, per mettersi in discussione e per promuovere nuovi orizzonti. Nella speranza che più uomini possano trovare il coraggio per apprezzare e scegliere un lavoro di cura, come quello del maestro.
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