Riassunto analitico
Questo elaborato, composto da quattro capitoli, costituisce una ricerca che ha l’obiettivo di osservare il coordinamento dei punti di vista e di saggiare l’utilizzo dei sistemi di riferimento da parte dei bambini dell’ultimo anno di scuola dell’infanzia. Inizialmente si incontra un excursus teorico sulla didattica della matematica e su come essa viene presa in considerazione alla scuola dell’infanzia. Per questa prima parte sono di fondamentale importanza due documenti istituzionali: gli Orientamenti dell'attività educativa nelle scuole materne statali (1991) e le Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione (2012). A seguire ci si introduce maggiormente nella didattica della matematica e viene presentata la teoria della mediazione semiotica facendo particolare riferimento a Vygotskij. In riferimento alla teoria della mediazione semiotica si presenta anche il ciclo didattico, sul quale vengono in seguito progettate le ricerche contenute in questo elaborato. Si prendono poi in considerazione anche i concetti di spazio, di decentramento spaziale, di coordinamento dei punti di vista e del loro sviluppo nel bambino. In seguito viene presentata la sperimentazione messa in atto da Strozzi e Falcade con bambini di cinque anni. Per fare questo le ricercatrici sono partite da studi relativi all’apprendimento e alle abilità spaziali di Karmiloff-Smith, Pontecorvo C. e Pontecorvo M. e Piaget. A seguire vengono elencati i materiali utilizzati e i sistemi di riferimento rintracciati. Si parla infatti di tre tipi di riferimento egocentrico (egocentrico, egocentrico deittico ed egocentrico pertinente) e tre di riferimento allocentrico (allocentrico sociale, allocentrico intrinseco e allocentrico situato). Dopo l’esposizione delle fasi della ricerca ci si sofferma in particolare su quella relativa al disegno e sulla sua importanza. Vengono infatti evidenziate la differenza e la relazione tra il comportamento spaziale e la rappresentazione spaziale. Si esplora inoltre la discussione matematica. Nella seconda metà dell’elaborato vengono presentate le due sperimentazioni svolte coi bambini di cinque anni in una scuola dell’infanzia della montagna reggiana. Esse ricalcano le fasi proposte da Strozzi e Falcade e si rifanno dunque al ciclo didattico: partendo dall’attività con l’artefatto, si procede con la produzione individuale di segni e si arriva alla produzione collettiva di segni nella discussione matematica orchestrata dall’insegnante. La differenza tra le due sperimentazioni sta nell'artefatto utilizzato: quello della prima sperimentazione è composto da oggetti canonici, mentre quello della seconda da oggetti non canonici. L’obiettivo delle ricerche è quello di monitorare il coordinamento dei punti di vista e di saggiare l’utilizzo dei sistemi di riferimento in base ai differenti artefatti. Nelle discussioni relative ai disegni si osserva poi il passaggio da segni artefatto a segni matematici. Si conclude l'elaborato riassumendo i risultati e quindi confermando e confutando le ipotesi iniziali.
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