Riassunto analitico
Questo elaborato presenta una ricerca volta a indagare come genitori, educatori e insegnanti dei servizi dell’infanzia hanno affrontato le sfide educative durante il primo lockdown del 2020 da Covid-19. Con la chiusura dei nidi e scuole dell’infanzia a marzo 2020, insegnanti ed educatori hanno dovuto reinventare il proprio ruolo educativo, individuando modalità alternative per rimanere in contatto con i bambini, impossibilitati a frequentare i luoghi educativi in presenza. Rispetto agli altri ordini di scuola, la fascia 0-6 è andata incontro ad una maggiore complessità nel mantenimentodei contatti coi bambini, con i quali è indubbiamente più difficile proporre una didattica a distanza come per gli altri gradi scolastici.In questo caso occorre infatti ricreare quel rapporto fatto di gesti, corporeità ed esplorazione tipico della relazione “in presenza” tra i bambini e le figure educative. Da qui la necessità reale e urgente da parte degli educatori di relazionarsi con i genitori per educare con e attraverso di essi. Reciprocamente le famiglie, non potendo più delegare ai servizi dell’infanzia parte del loro ruolo di cura nei confronti dei figli, si sono trovati a chiedere aiuto e collaborazione ad insegnanti ed educatori per dare continuità a questi rapporti significativi che sono venuti meno con la chiusura delle scuole. Dunque, dopo aver analizzato la struttura e il ruolo della famiglia italiana oggi, ci si è soffermati sull’evoluzione della genitorialità e delle politiche sociali a sostegno della famiglia, con un focus sul rapporto con la scuola e i servizi educativi. Nello specifico si sono indagati questi aspetti in relazione alla situazione di emergenza durante la pandemia Covid-19, che ha portato alla luce problematiche preesistenti, ma che sono divenute urgenti con la chiusura dei servizi educativi. La ricerca presentata nel terzo capitolo ha esplorato come i servizi d’infanzia nella provincia di Reggio Emilia hanno affrontato le sfide educative durante il primo lockdown 2020, interrogandosi sul mantenimento dei rapporti tra educatori- bambini e educatori- genitori durante la chiusura. I risultati evidenziano come i genitori sentano la mancanza della relazione di aiuto da parte delle figure educative, trovandosi soli nell’affrontare l’educazione dei propri figli. Mentre per quanto riguarda i questionari somministrati alle educatrici è emerso che le difficoltà maggiori si sono evidenziate nella realizzazione di attività che permettessero di creare o mantenere quel legame educativo tipico del viversi “in presenza”. Infine guardando alla ripartenza dei servizi educativi, si nota come le norme relative al contenimento del contagio abbiano inficiato sulla qualità delle relazioni tra educatrici e bambini, non solo, anche nelle relazioni tra le stesse educatrici e tra educatrici e genitori. Nonostante gli evidenti limiti relazionali che le regole socio-sanitarie hanno imposto, le insegnanti del questionario riportano comunque l’entusiasmo e la voglia dei bambini di rivedere i compagni e le figure educative. La sfida di oggi, dopo che la pandemia ha fatto emergere con forza la fragilità della relazione scuola-famiglia, è di creare un rapporto reale di co-responsabilità tra famiglie e servizi dell’infanzia per percorrere insieme una progettualità di tipo educativo che non venga confinata solamente all’interno delle mura di nidi e scuole dell’infanzia, ma abbracci l’intera comunità per creare nuovi equilibri educativo-pedagogici.
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