Riassunto analitico
In Italia l’interesse tecnologico-educativo stenta a prendere piede fino agli anni Settanta-Ottanta, ma nell’ambiente statunitense la Tecnologia dell’Educazione si sviluppa dal 1954 anno di pubblicazione di un famoso articolo di Skinner, rappresentante del comportamentismo, dal titolo ‘The science of learning and the art of teaching’. Il comportamentismo sarà seguito dalle importanti influenze del cognitivismo, arrivando fino al costruttivismo. Tecnologie e media appaiono nella scuola già prima dell’arrivo dei computer, come il libro di testo e la scrittura; quelle audiovisive invece, hanno assunto una funzione di sussidio didattico a partire dagli anni Sessanta, integrandosi gradualmente nell’insegnamento e nella formazione. In concomitanza col processo di digitalizzazione si è affermato il tema della competenza digitale, nodo cruciale nella riflessione educativa del duemila. Essa in ambito internazionale è una delle key competence per il life long learning, riferendosi alla padronanza del dispositivo tecnologico, ma anche a un vero modus operandi. Ruth Clark in un’interessante proposta d’ inquadramento delle diverse strategie didattiche, parla di differenti “architetture”. Una di queste è quella “simulativa”, che contiene le strategie della Simulazione simbolica e del Game Based Learning, ove gli alunni sperimentano situazioni simili a quelle reali, attraverso l’immedesimazione fisica o modelli matematici. Oggi i media ci attraversano, e il MIUR non ha ignorato questa consapevolezza, varando nel 2015 il Piano Nazionale Scuola Digitale, pilastro fondamentale de La Buona Scuola, per il lancio di una strategia complessiva di innovazione della scuola italiana, posizionando il sistema educativo nell’era digitale. L’ emergenza Coronavirus nel periodo marzo-giugno 2020, ha costretto le scuole a rimanere chiuse, facendo didattica a distanza. La DaD sollecita il “fare scuola” anche se “non a scuola”, mantenendo viva la comunità di classe, di scuola e di senso d’appartenenza. Per la sua promozione i docenti hanno usato il registro elettronico, le piattaforme di videoconferenza ma soprattutto quelle digitali: infrastrutture accessibili da docenti e studenti che forniscono servizi, programmi e strumenti tecnologici per costituire ambienti di apprendimento virtuali e sistemi di formazione. L’indagine condotta da Alario e Caroppo, autori del libro “Didattica di emergenza e riapertura – Voci dalla scuola” (Castelvecchi, 2020) ha avuto lo scopo di analizzare come la scuola abbia vissuto l’isolamento e quali azioni siano state messe in campo per far fronte all’improvvisa emergenza. Ciò è stato fatto intervistando i dirigenti scolastici, e raccogliendo diverse testimonianze, tra cui quelle preziosissime degli insegnanti. Da queste interviste si delinea un primo quadro sulla situazione di emergenza e il conseguente ricorso alla DaD con i suoi aspetti positivi e negativi. Fondamentale diviene la collaborazione delle famiglie per la continuità didattica, seppure sussistano criticità e difficoltà sull’uso delle risorse e strumenti tecnologici. Questa indagine è stato lo spunto per redigerne un’ulteriore attraverso il questionario “Scuola e tecnologie: prima, durante e dopo la DaD”, dove vengono riprese alcune tematiche del testo sopra citato, insieme a quesiti in merito ad aspetti strumentali, affettivi e didattici legati all’uso delle tecnologie; e domande sull’uso delle tecnologie e della rete Internet a scuola e nel lavoro da insegnante prima, durante e dopo la DaD. Il questionario ha raccolto più di 300 risposte ed è stato diffuso tra gli insegnanti di scuola dell’infanzia e primaria di Sassuolo, Modena e Parma; ma anche docenti di tutt’Italia attraverso due gruppi chiusi dedicati alle maestre/i sul social network Facebook. I risultati sono stati poi analizzati e sintetizzati nel quarto e ultimo capitolo dell'elaborato finale.
|