Riassunto analitico
Il presente lavoro propone un’analisi della poesia sulla Prima Guerra Mondiale composta da Charles Hamilton Sorley, Wilfred Owen e Siegfried Sassoon. L’introduzione, oltre a descrivere i motivi per cui si legge la poesia di guerra ancora oggi, presenta la distinzione tra early e later poets, rispettivamente autori che scrivono sul primo biennio della guerra 1914-1915 e coloro che si sono concentrati sugli ultimi anni del conflitto 1916-1918. Per quanto riguarda i tre poeti esaminati, Sorley viene considerato un early poet, mentre Owen e Sassoon sono entrambi later poets. Nel primo capitolo ci si sofferma sulla figura di Sorley, prima presentendo la vita del poeta, e, in seguito, esaminando alcune delle poesie composte durante il periodo al fronte. Tale struttura viene seguita nei capitoli 2 e 3, dedicati all’analisi delle opere di Owen e Sassoon. Il capitolo conclusivo prende in considerazione ulteriori poesie, di altri autori e autrici, emerse durante gli anni del conflitto: in particolare, componimenti di Charlotte Mew, Rose Macaulay, Jessie Pope e Emily Underdown, e di poeti che non parteciparono al conflitto, come Henry Newbolt e Harold Monro. I diversi scenari di guerra rappresentati dalle poesie selezionate riflettono le diverse tematiche trattate di volta in volta dai rispettivi poeti. Sorley si concentra sulla brutalità della guerra, occasionalmente evocando anche episodi immaginari di pace, come ad esempio nella poesia “To Germany”. Egli utilizza, inoltre, un tono tragicamente ironico per parodiare le opere nazionalistiche e celebrative del fronte da parte di autori come, ad esempio, Rupert Brooke. Owen, d’altra parte, si sofferma principalmente sulla descrizione di episodi di battaglia, comunicando un senso di orrore e incubo, non mancando anch’egli di indirizzare la sua critica ai sostenitori del conflitto. La sua poesia “Dulce et Decorum Est” è considerata espressione paradigmatica del rifiuto della violenza e della guerra. Un altro tema trattato da Owen è anche quello della disabilità causata dai combattimenti, come ad esempio in “Disabled”. Sassoon, l’unico superstite dei tre, oltre a descrivere episodi del conflitto, esprime con crudele ironia la condizione di reduci e superstiti, i quali molto spesso vengono considerati come relitti della società. Ne è un esempio la poesia dal titolo ironico “Does it matter?”. In generale, la poesia di guerra dei poeti-soldato, come sono i tre autori esaminati, rispecchia una visione della guerra come esperienza tragica e traumatica, dolorosa e angosciante, visione spesso ripresa e confermata anche da poetesse e poeti non combattenti. Da tutta questa produzione si evince l’idea che si trattò di una guerra “mondiale” a tutti gli effetti, che coinvolse tutti, senza distinzione di genere e di classe.
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Abstract
The present dissertation analyses the poetry concerning the First World War written by Charles H. Sorley, Wilfred Owen and Siegfried Sassoon. The introduction first explains show the reasons why war poetry is still read nowadays, and then makes a distinction between early and later poets, namely authors who write about the first two years of the war 1914-1915, and those who focus on the last years 1916-1918. More specifically, Sorley is an early poet, while Owen and Sassoon belong to the second group. The first chapter is dedicated to Charles Sorley, first by giving information about his life and then by analysing some of his poems written during and about the war. Such a structure is also adopted in chapters 2 and 3, which examine some poems by Owen and Sassoon. The final chapter deals with the poetry written by women and non-combatant poets, in particular poems by Charlotte Mew, Rose Macaulay, Jessie Pope, Emily Underdown, Henry Newbolt and Harold Monro.
Sorley talks about the horrors of the war and he sometimes evokes idealistic peaceful situations, as in the poem “To Germany”. In addition, he uses a tragically ironic tone in order to make fun of the exultation and celebration of war by authors such as Rupert Brooke. On the other hand, Owen focuses on the descriptions of nightmarish battle scenes expressing an idea of horror and haunting; he, too, criticizes people who support the war. His poem “Dulce et Decorum Est” is seen as an exemplary work about the rejection of violence and war. Another topic Owen writes about is the disability as one of the consequences of fighting, as in the poem “Disabled”. The only survivors among these poets is Sassoon. In his works he, too, describes episodes related to battles, but, by means of cruel irony, he also talks about the veterans’ conditions. More specifically, former soldiers are seen as outcasts by society. An example is the witty poem ironically entitled “Does it matter?”.
Generally speaking, the poetry written by soldier-poets, such as the three authors analysed in this dissertation, reflects a vision of war as a tragic, traumatic, painful and grieving experience. This point of view is often described and reiterated by female writers and non-combatants poets. From all this production it can been deduced that the 1915-1918 war was a real “world” conflict, which involved everyone without any gender or class differences.
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