Riassunto analitico
Il bambino durante il suo percorso di crescita diviene attivo abitante del mondo, interagendo con tutto ciò che lo circonda. La natura è una grande maestra di vita, terra, acqua, aria e fuoco sono a disposizione di tutti ed i nostri sensi sono pronti a conoscerli e trasformarli. La ricognizione dello spazio stimola la curiosità, promuove l’esplorazione, sollecita i sensi, scarica la tensione, mobilità l’attenzione. Il bambino che gioca sperimenta di esistere, di saper fare e si sente capace di “agire sul mondo”. I confronti fra i movimenti ed i comportamenti sono molto stimolanti per i bambini, che ogni volta si stupiscono di quanto sono simili agli animali e viceversa di quanto gli animali sono simili a loro. La ricerca qui presentata, organizzata in quattro capitoli, prende avvio dal mio personale interesse verso la biologia, il mondo biologico ci circonda letteralmente (e noi ne facciamo parte), ogni giorno riesco a stupirmi delle cose che vedo, a domandarmi perché sono fatte così e rimango affascinata quando scopro la risposta. La didattica della biologia nella scuola dell’infanzia è un tema abbastanza recente, che pone l’attenzione sull'importanza di avvicinare i bambini, sin dalla loro più tenera età, al mondo che li circonda, attraverso l’utilizzo di strumenti e materiali che li “obbligano” a fare, ad agire in prima persona. Sfruttando lo spontaneo interesse del bambino verso il proprio corpo e quello che lo circonda e stimolandolo a sperimentare il metodo scientifico ed a porsi domande utilizzando senso critico, il progetto coinvolge bambini dai tre ai cinque anni, partendo dalle loro curiosità, dalle loro parole e dalle caratteristiche dell’ambiente naturale che li circonda. Lazzaro Spallanzani ed il suo metodo sono il punto di partenza dell'elaborato. Collegandosi ad essi la tesi tratta dell'insegnamento della biologia nella scuola dell'infanzia. In quest'ultima ho svolto un approfondimento degli esseri viventi ed in modo particolare della relazione forma-funzione. La valutazione, non rivolta al singolo, ma a tutto il processo didattico (il bambino, l’azione dell’insegnante, la qualità del contesto) non è la conclusione di un percorso, ma il punto di partenza per “progettare il passo successivo”, in un’ottica di circolarità. Questo è ciò che rende dinamico l’insegnamento e consente di mettere sempre al centro i bambini, con le loro idee, ipotesi e passioni. Alla luce dei risultati raggiunti dagli alunni, indagati attraverso l’analisi delle discussioni collettive, degli elaborati prodotti dai bambini e dall'osservazione di essi, il feedback sula lavoro compiuto è stato positivo.
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