Riassunto analitico
Il settore farmaceutico è uno dei capisaldi del settore economico mondiale. I dati più recenti confermano la resistenza all’impatto della crisi e l’eclettismo nei confronti del cliente, sempre più tendente al salutismo. Farmindustria conferma questi aspetti: è il settore con la più alta crescita dal 2007 al 2017; negli ultimi due anni è il settore che ha aumentato di più l’occupazione registrando un +4.5% vs +1.5% della media manifatturiera ed è il terzo settore per investimenti in R&S e con il valore più alto per investimenti in R&S sul valore aggiunto (16%). Un settore che indubbiamente desta grande interesse, che sa come destreggiarsi nei periodi “economicamente bui” e che vanta aziende ben consapevoli di dover investire in ricerca e sviluppo, puntando quindi sull’innovazione, soprattutto in termini di efficacia del farmaco. D’altro canto, è anche un settore estremamente complesso, proprio perché si fonda non solo sulla salute, ma anche sulla preservazione del benessere, e ostico a causa della durata dei brevetti dei farmaci, i quali, una volta scaduti, rischiano di lasciare il campo ai generici. Grande protagonista è il Product Manager farmaceutico il quale interpreta un ruolo fondamentale perché - oltre a svolgere meticolose ricerche di mercato - analizza nello specifico le varie tipologie di clienti a cui l’impresa deve rivolgersi, attraverso un’attenta segmentazione della domanda. Egli si chiede come definire il mercato obiettivo, il target di clienti a cui rivolgere il prodotto e come stratificarlo. Le leve del marketing mix su cui si fonda uno degli aspetti principali del piano di marketing del Product Manager farmaceutico, differiscono profondamente da quello operante in altri settori: basti pensare alla determinazione del prezzo, il quale non è definito dal mercato, ma è stabilito molto spesso dall’AIFA, ovvero l’Agenzia Italiana del farmaco; altro aspetto rilevante e “particolare” è quello della promozione attraverso la pubblicità, in parte consentita dalle autorità, come nel caso dei farmaci OTC, in parte fortemente vietata, come nel caso di quei farmaci cosiddetti “branded” che necessitano di una prescrizione medica. Un settore articolato e affascinante che, indubbiamente, merita una notevole attenzione.
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