Riassunto analitico
Il tumore al colon è una delle neoplasie più frequenti a livello mondiale nei soggetti con età superiore ai 50 anni la cui incidenza risulta essere legata sia a predisposizione genetica sia allo stile di vita del soggetto all’ambiente in cui si trova. Questi fattori danno vita ad un’infiammazione persistente a livello delle cellule dell’intestino crasso, provocando alterazioni genetiche le quali inducono lo sviluppo di cellule insensibili ai segnali apoptotici. Queste cellule tumorali iniziano quindi a replicarsi con un potenziale illimitato e invasivo nei confronti del tessuto circostante inizialmente, causando in alcuni casi anche la formazione di tumori secondari (metastasi) in altri distretti e organi. La curcumina è il principale componente biologicamente attivo della Curcuma longa L., pianta erbacea rizomatosa della famiglia delle Zingiberacee, originaria dell’Asia sud-orientale e largamente impiegata nella cucina orientale e nella medicina ayurvedica. Numerosi studi ADME hanno dimostrato un certo tropismo d’organo della curcumina nei confronti dell’intestino crasso, e in particolare per le zone del colon e del retto. La curcumina si è rilevata utile, nel trattamento di forme tumorali, in terapie adiuvanti farmaci chemioterapici grazie alla sua capacità di bloccare la proliferazione cellulare e indurre segnali apoptotici nella cellula. Sfruttando queste caratteristiche, si è pensato di legare alla curcumina un chelante in grado di complessare metalli emettitori di positroni, che possano radiomarcare le cellule neoplastiche per poterle osservare attraverso immagini tomografiche. Questo permetterebbe una diagnosi dell’eventuale presenza dell’alterazione neoplastica delle cellule del colon, in modo da diagnosticare la malattia senza l’utilizzo di metodi che possono risultare più invasivi come nel caso della colonscopia. Il mio lavoro di tesi si è quindi concentrato sulla sintesi e caratterizzazione di derivati della curcumina che possano legare, attraverso uno spaziatore alifatico, il cyclam (1,4,8,11-tetraazaciclotetradecano). Questo macrociclo tetraazotato è in grado di complessare metalli con geometria di coordinazione quadratoplanare. Il nuovo legante è stato caratterizzzato mediante spettroscopia NMR, Uv-vis, analisi elementare e spettrometria di massa. Si è successivamente studiata la formazione del complesso con il Ga(III), il Cu(II), e la relativa stabilità del complesso in presenza di ioni Ca.
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