Riassunto analitico
I sistemi carbonatici di età compresa tra l'Oligocene e il tardo Miocene che affiorano nella costa orientale della Penisola Salentina sono da tempo noti e chiaramente inquadrati dal punto di vista cronostratigrafico, mentre risulta ancora controversa l'età della porzione sommitale di questa successione, attribuita ad un periodo compreso tra il Messiniano superiore ed il Pliocene. Questi depositi sono stati analizzati al fine di dare loro una chiara posizione stratigrafica e verificare la presenza di possibili analogie con i complessi carbonatici del tardo Miocene descritti per il bacino di Sorbas (Spagna meridionale), in parte formatisi durante la crisi di salinità del Messiniano (CSM). Recenti studi effettuati nel Mediterraneo occidentale hanno permesso di identificare come Terminal Carbonate Complex (TCC) piattaforme carbonatiche dominate da ooliti, calcari laminati da attività microbica e da una componente a Porites, considerate il corrispondente prossimale dei depositi evaporitici della CSM. Questo lavoro di tesi ha rappresentato l'occasione per estendere queste valutazioni anche all'areale salentino, mai indagato in precedenza con questo approccio. In particolare sono stati studiati diversi affioramenti in prossimità del Capo di S.M. di Leuca, in corrispondenza dei quali sono state definite in dettaglio le relazioni stratigrafiche con i depositi sottostanti e sovrastanti. Analisi geochimico-isotopiche (87Sr/86Sr) hanno permesso di attribuire questi depositi alla prima fase della CSM. L'accurata analisi sedimentologica e petrografica ha permesso di individuare almeno tre cicli deposizionali, i quali presentano numerose analogie (come l'associazione di facies e lo stacking pattern interno dei cicli) con l'unità TCC-1, che risulta qui riconosciuta come tale per la prima volta e rappresenta l'unico esempio di preservazione di questa unità oltre a quelli descritti per la Spagna meridionale ed il margine nord-occidentale africano. La presenza di un'unità associabile al TCC nella Penisola Salentina permette di estendere al Mediterraneo centrale la validità del modello delle variazioni climatiche e del livello marino guidate dai cicli astronomici di Milankovic applicato alle piattaforme carbonatiche formatesi durante le fasi iniziali della crisi di salinità.
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