Riassunto analitico
Gli atteggiamenti e i comportamenti pregiudiziali caratterizzano da sempre la nostra storia: il razzismo o il sessismo, infatti, sono soltanto due dei più grandi esempi di pregiudizio che si possano fare. Dopo secoli di battaglie, tali atteggiamenti pregiudiziali non sono scomparsi, infatti, nonostante vengano manifestati meno frequentemente, permangono latenti nelle menti degli individui. Questo è ciò che si evince dalle teorie di Brown (1997) secondo cui il pregiudizio deriva da quel processo di categorizzazione sociale che ci permette di suddividere e semplificare gli stimoli provenienti dalla realtà e di cui non possiamo fare a meno. Se determinati atteggiamenti e comportamenti pregiudiziali sembrano essere diminuiti, ve ne sono altri che prendono il sopravvento e pian piano si insinuano nelle menti delle persone. Il presente elaborato vuole fornire un quadro psico-sociale di un fenomeno sempre più dilagante: il pregiudizio ponderale. Attraverso l’utilizzo di diversi studi empirici, si analizzeranno le cause della sua esistenza, approfondendo l’importante ruolo svolto dagli ideali di bellezza moderni e si mostrerà cosa significhi per le persone obese vivere con tale stigma, focalizzandosi sulla gravità delle conseguenze derivanti dalla discriminazione subita. Mancando, poi, delle norme sociali che sanzionino il manifestarsi di tali atteggiamenti pregiudiziali, le sfere di vita in cui si manifesta il pregiudizio ponderale sono varie e saranno qui passate in rassegna: l’ambiente lavorativo, educativo, sanitario, familiare e interpersonale. Infine, ci si focalizzerà sui bambini, per capire a che età compaia il pregiudizio ponderale per la prima volta e che influenza abbiano i mass media, in particolare i cartoni animati, sulla nascita e diffusione di tale pregiudizio.
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