Riassunto analitico
Gli allucinogeni sono sostanze che agiscono su vari neurotrasmettitori del sistema nervoso centrale (SNC) per indurre allucinazioni visive ed esperienze "fuori dal corpo". L'azione di queste sostanze è anche caratterizzata da una marcata alterazione delle funzioni corticali, della cognizione, della percezione e dell'umore. Il termine allucinogeno è usato in quanto queste sostanze, in dosi sufficientemente elevate, possono indurre allucinazioni, però, sembra che, in alcuni casi, sia inappropriato perchè i fenomeni illusori e la distorsione delle percezioni sono più comuni delle vere e proprie allucinazioni. Quindi si potrebbe utilizzare il termine psicoticomimetico, il quale però diventa improprio nel momento in cui non tutte queste sostanze sviluppano effetti simili alle persone che soffrono di episodi psicotici. Risulta quindi migliore in modo definitivo l'utilizzo del termine psichedelico, perchè permette una maggiore flessibilità nel raggruppare diversi tipi di effetti in una sindrome quantificabile e riconoscibile. Queste droghe aumentano la consapevolezza delle stimolazioni sensoriali, spesso accompagnata da un forte senso di chiarezza ma anche da un minore controllo su ciò che si sta sperimentando. Con l'aiuto della chimica organica, inoltre, molte di queste sostanze sono state chimicamente identificate e ne sono stati sintetizzati numerosi derivati. La maggior parte degli psichedelici richiama strutturalmente quattro neurotrasmettitori: l'acetilcolina, le due catecolamine (noradrenalina e dopamina) e la serotonina. Queste somiglianze strutturali designano tre delle cinque classificazioni delle sostanze psichedeliche: anticolinergiche, catecolaminiche, serotoniniche. La quarta e quinta classe sono composte dagli antagonisti del recettore glutammatergico NMDA (i due anestetici psichedelici e il destrometorfano) e dall'agonista del recettore oppioide-kappa salvinorina A. Lo scopo della tesi è dimostrare come già nel presente, ma, soprattutto, nel futuro si possa aprire la medicina all'utilizzo controllato di sostanze psichedeliche da utilizzarsi nel trattamento di diverse patologie e, tra quelle più importanti, le sindromi depressive e le dipendenze da alcol e/o tabacco. Così facendo non solo migliorerebbero sensibilmente i risultati nel trattamento di queste malattie, bensì si avrebbero anche molti effetti collaterali in meno rispetto alle cure tradizionali. Rispetto al passato, quindi, ci sarebbe un passo avanti rispetto alla semplice idea di "droga ricreativa".
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